Con Giulietto Chiesa condividevamo i valori alti per litigare sui dettagli
E’ morto Giulietto Chiesa, e cito il take dell’agenzia Ansa- «Ne dà notizia Vauro sulla sua pagina Facebook. ”Non riesco ancora a salutarlo” scrive. ”Ricordo ancora i suoi occhi lucidi di lacrime a Kabul, davanti ad un bambino ferito dallo scoppio di una mina. E’ morto un uomo ancora capace di piangere per l’orrore della guerra. I suoi occhi sono un po’ anche i miei».
«Giulietto Chiesa era nato il 4 settembre 1940 ad Acqui Terme, oltre appennino sopra Genova. Dirigente del Partito Comunista italiana, corrispondente da Mosca per l’Unità e La Stampa, ha scritto molti libri sull’Unione Sovietica, la guerra e la globalizzazione, come La guerra infinita. Nel 2003 è stato eletto al Parlamento Europeo».
Giulietto Chiesa è stato molto altre cose e quindi perdonerete alcuni ricordi molto personali
Giulietto Chiesa è stato un dirigente dell’allora Partito comunista di Enrico Berlinguer. Quando lo conobbi, metà anni ’70, lui era consigliere provinciale del Pci a Genova, e io, allora giovane di bottega al Secolo XIX che qualche volta seguiva la politica locale. Nel 1978 fu Giulietto Chiesa a dirigere la sfida folle dell’organizzazione della Festa nazionale dell’Unità, evento popolare e politico di enorme portata, l’ultima festa realizzata totalmente col lavoro volontario dei militanti.
Fu un successo personale per il giovane dirigente comunista che io frequentavo da altrettanto nei reporter della Rai regionale. Con Giulietto, ormai amici, alla fine della Festa condividemmo un piacevole viaggio in Jugoslavia che forse segnò il destino per entrambi, ma lo vedremo dopo. Giulietto, forte del successo personale con la festa, puntava a diventare segretario della Federazione del Pci genovese (numerosi parlamentari e senatori da far eleggere), ma fu bocciato. Forse troppo giovane, forse poco operaista, sta il fatto che allora nasce il Giulietto Chiesa a tutti più noto.
Dal 1979 il Giulietto Chiesa giornalista
Giulietto lascia Genova e la Federazione Pci per iniziare una carriera giornalistica all’Unità, a Roma. Anzi, all’inizio sembrava destinato a sostituire il collega a Belgrado. Buffo intreccio di storie personali tra noi due: lui finì a Mosca e io, anni dopo, bocciato dalla sera alla mattina da vicedirettore del Tg1, mi fu proposta la sede di Mosca come consolazione, ma proposi Belgrado stupendo tutti, perché capivo che in Jugoslavia stavano maturando grossi guai.
Lontani ma vicini con Giulietto. Lui fece la splendida e nota carriera a Mosca, dall’Unità alla Stampa, e l’invidiata conquista della collega di Repubblica Fiammetta Cucurnia, la mamma dell’amato figlio Lorenzo. Con Giulietto, senza bisogno di sentirci molto, ci ritroviamo nella folle avventura del 2001 in Afghanistan, ad anticipare la disgraziata avventura americana sino a raccontare la prima conquista di Kabul dei Talebani.
All’ospedale di Anaba con Emergency
Giulietto Chiesa nel compound ospedaliero di Emergency ad Anabah, alla porte di Kabul, ospite di Gino Strada assieme a Vauro Senesi. Bel terzetto vero? Anzi, un quartetto quando qualche volta mi rifugiavo da loro anch’io. Venti anni fa un bel poker di potenziali ‘birichini’. Sugli scherzi che scattarono allora, soprattutto ai danni di Giulietto, decisamente restio alle attività domestiche necessarie tra noi maschi reclusi, altri medici e il prezioso Koko Jalil, il sovrintendente afghano, potremmo scriverne delle belle. Koko, vuol dire Signor in afghano, e alla sera, chiusi nel fortino di pietre e fango dove vivevamo, spariva il signore e restava Jalil e gli altri quattro non bravi bambinoni a cercare di liberarsi dagli orrori vissuti durante la giornata. E Giulietto era sovente bersaglio meritato per la sua pigrizia nel fare. Ma a questo punto scatta il segreto. Solo per amici fidatissimi e dopo qualche buona bottiglia.
Dal grande Gino Strada verso l’attualità. Con Giulietto e gli altri amici, ci siamo ritrovati a casa mia a Roma, e poi altri percorsi di vita. L’avventura politica di Giulietto eletto a sorpresa con Di Pietro all’europarlamento, la creazione di Pandora Tv (che lui voleva dirigessi lasciando la Rai).
Sul Giulietto Chiesa complottista
La strada giornalistica percorsa negli ultimi anni, ci ha portato spesso su posizioni molto diverse, ma sempre con molto affetto e rispetto personale. Ricordo una splendida cena russa a casa sua, nel cuore della vecchia Roma, con Gianni Minà, Giulietto svelarci qualche retroscena dei suoi incontri con Gorbaciov, e Minà a raccontarci della sua invidiata amicizia con Fidel Castro. Pagine di altro giornalismo in chiacchiere tra amici per stima incrociata.
A finale e sintesi per chiudere oltre il lutto. Un giorno mi trovai con Giulietto a tenere una conferenza agli studenti della Sapienza, non ricordo dove e quando, ma erano molti e partì per primo Giulietto. Ottenendo una marea di applausi nel descrivere uno scenario geopolitico mondiale da apocalisse. Costretto a succedergli nel sempre scomodo ruolo del moderato, iniziai con una battuta. «Umberto Eco ci ha insegnato degli ‘apocalittici integrati’. Giulietto Chiesa è il caposcuola degli ‘apocalittici disintegrati’».
Ti voglio bene Giulietto, e già mi manchi.
* Fonte: Remocontro.it
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