Un anno fa la firma del documento di Abu Dabhi
Il 4 febbraio 2019 ad Abu Dabhi Papa Francesco per la Chiesa Cattolica e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb per la religione Musulmana Sunnita, firmarono il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”.
A distanza di un anno ancora pochi conoscono il senso di un gesto che nel tempo può produrre grandi cambiamenti nei rapporti tra i popoli e i paesi, ed aprire una grande finestra di dialogo tra tutte le fedi religiose monoteiste.
Chi ne ha seguito la stesura ne parla come di un documento di straordinaria importanza, frutto di un lavoro lungo di confronti durati molti mesi. Quello che oggi è a disposizione di tutti è quasi una vera e propria piccola enciclica, scritta con un linguaggio semplice, rivolto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, aldilà del loro credo religioso.
Per molti studiosi e storici si tratta di un testo storico perché getta le basi per una fraternità tra i credenti nell’intera famiglia umana.
Per la prima volta, in un documento firmato da due delle massime autorità religiose mondiali, si parla di “Noi credenti in Dio, nell’incontro finale con Lui e nel Suo Giudizio”.
Un passo grande verso il riconoscimento di un unico Dio, che l’uomo conosce attraverso modi e storie diverse. Un Creatore che ci dice che siamo stati “creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano”.
Un invito dunque che viene da Dio stesso tanto che “la Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi”.
Come spiega benissimo il giornalista vaticanista Marco Politi “E’ la stessa volontà di Dio a volere il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua”.
Già questa espressione mette a freno ogni forma di razzismo, di rifiuto del diverso perchè nasce dalla volontà di Dio la pluralità di popoli e di fedi, e la diversità è vista da Dio come ricchezza e non come un freno alla crescita del mondo e al suo sviluppo. Dunque non può esserci nessun collegamento tra la fede in Dio e ogni forma di integralismo religioso che i Capi delle due millenarie religioni rifiutano e ripudiano, con un messaggio diretto alle centinaia di milioni di persone tra cattolici e musulmani sunniti che aderiscono alle due fedi.
Il documento è un messaggio che va oltre; è rivolto anche ai musulmani sciiti, ai cristiani ortodossi e protestanti, fino al mondo dell’ebraismo, coinvolgendo anche le altre religioni non monoteiste. Nel documento di Abu Dabhi si uniscono fede e spiritualità con le più importanti necessità esistenti nella storia degli uomini come la ricerca della pace, la lotta alla fame, il diritto alla vita, il soccorso ai poveri, ai bisognosi, agli emarginati, ai migranti, ai profughi.
Si parla di ingiustizia sociale ed economica, della necessità di una equa distribuzione delle risorse naturali, di libertà e cittadinanza, ponendo fine all’uso discriminatorio del termine “minoranze”.
Si parla dei diritti delle donne, della loro dignità e del loro diritto di essere tutelate dallo sfruttamento sessuale.
Infine il documento interroga tutti chiedendo cosa ciascuno può fare personalmente nel proprio contesto, avendo davanti a noi la visione di Dio verso il mondo.
Come dice benissimo Rubem Alves “la questione non è vedere Dio, la questione è vedere con Dio”, cioè assumere in noi lo sguardo e il pensiero che Dio ha sul Creato.
Dio si muove e si manifesta nella storia dell’uomo, e per le sue creature propone un continuo cammino di crescita. Ci svela il suo “volto” giorno dopo giorno anche attraverso i gesti e le parole degli uomini, e grazie all’azione dello spirito. Ci parla nella nostra coscienza, cercando di aprire la nostra mente e il nostro cuore.
E’ quello che accade anche con questo semplice documento dove cattolici e musulmani sono invitati ai conoscersi, a trovare la strada per cooperare e iniziare a vivere come fratelli che si amano.
Una rivoluzione? Chissà, in parte dipende anche da ciascuno di noi…..
Intanto vi invito a leggerlo e a riflettere sul suo contenuto.
Qui trovate il testo: https://bit.ly/2REbibZ
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