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Pranzo sospeso a La Tela di Rescaldina

Gaia Baschirotto il . Lombardia

pranzo-sospesoCi sono certe storie che vanno raccontate subito perché sono delle belle notizie, sono una ventata di speranza che regalano freschezza con segni concreti di riscatto. Capita che, finito l’entusiasmo iniziale, ci si dimentichi della notizia. E poi c’è la storia de La Tela – Osteria sociale del buon essere, un bene confiscato, un gioiellino della provincia di Milano, Rescaldina, un fiore sbocciato dall’idea di tanti e cresciuto fino a contaminare chi è vicino a lei.
Il 5 Dicembre 2015 eravamo tutti lì pronti per l’inaugurazione, pareti debitamente imbiancate dai volontari, cucina pulita da cittadini e futuri cuochi, sale dedicate a vittime innocenti delle mafie con targhe fatte dai ragazzi selle scuole superiori e, subito dopo il taglio del nastro da parte del Sindaco, il buffet ha accolto tutti con un chiaro messaggio: vi aspetteremo sempre con piatti buoni che vi faranno leccare i baffi.
E in effetti così è stato: cucina a pieno regime da subito, lavoro, cibo e persone ma anche luogo per occasione di incontro per le associazioni, corsi di web design, presentazioni di libri, conferenze e tanto altro ancora. Impossibile non citare la serata in cui ha presenziato don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Una sala colma di persone, schermi in ogni sala per dare la possibilità a tutti di vedere e ascoltare le sue parole. Un’emozione che i presenti non dimenticheranno facilmente.
E ora? Ora è ancora di più di quello che tutti noi potevamo immaginare. Dopo poco meno di un anno e mezzo quel che si può vedere è il lavoro continuo, senza sosta di tanti, tutti, tutti quelli che vogliono fare la propria parte.
L’ultimo nuovo tassello è un’esperienza meravigliosa: un’intuizione, allo stesso tempo, semplice e geniale che pensi “Perché non ci abbiamo pensato prima?”.
Tutto nasce qualche mese fa quando Giovanni Arzuffi, una delle colonne portanti dell’Osteria La Tela, e sua moglie, partecipano ad un evento vicino a Lecco in cui si promuove il “pranzo sospeso”.
Non è un’idea nuova, è la rivisitazione di quel che a Napoli è conosciuto come “caffè sospeso”: un’antica e civile abitudine di un cliente che consuma un caffè di lasciarne un altro pagato per la prima persona che entrerà nel bar e che non è nelle condizioni di permetterselo.
Marito e moglie presentano così l’idea al sindaco Michele Cattaneo e all’assessore Enrico Rudoni: il progetto piace molto, tanto che si inizia da subito a pensare all’organizzazione tecnica ed operativa. La strategia “vincente”, in termini di rilevanza sociale ed efficacia, sta nella volontà di voler coinvolgere quante più persone e realtà commerciali possibili sul territorio. E’ importantissimo sottolineare che oltre a La Tela, l’ideatrice, hanno aderito anche due macellerie, negozi d’abbigliamento, un altro ristorante e una parrucchiera proprio a dimostrare la trasversalità dell’adesione aldilà della categoria d’appartenenza. E’ stato raggiunto così un primo obiettivo simbolico e concreto: il commercio territoriale si unisce per un progetto comune di solidarietà!
A livello pratico e comunicativo a ciascun aderente è consegnata una scatola dove i clienti possono lasciare le loro donazioni e un volantino che promuove e spiega l’iniziativa. Una volta raccolti i primi fondi si contattano i servizi sociali che, dopo valutazioni oggettive e in linea con i piani di assistenza individuali, consegnano ai nuclei in difficoltà dei buoni da spendere nell’esercizio commerciale che ha raccolto quella somma. Tutto tracciato e tutto trasparente.
Si ribalta così la concezione assistenzialistica: c’è la presa in carico in maniera solidaristica dei cittadini più fragili con un’azione collettiva. Non si tratta di elargire una somma di denaro per assolvere un pagamento qualsiasi, il buono è un invito al nucleo familiare ad entrare in un circuito aggregativo per socializzare, passare una serata diversa, fare la spesa in un posto che abitualmente è inaccessibile, comprarsi un nuovo capo di abbigliamento ecc. L’esercizio commerciale è lo spazio giusto per lasciare in offerta per acquistare prodotti di quel negozio, per cui non solo pranzo sospeso, ma anche “bistecca sospesa”, o “camicia sospesa”, o “taglio sospeso” o atro ancora.
Quest’iniziativa pare essere in linea con quanto Libera sta promuovendo in questi ultimi mesi con la costituzione de “la rete dei numeri pari” (www.numeripari.org), il cui obiettivo è il contrasto alla disparità ed alla disuguaglianza sociale a favore di una società più equa, fondata sulla giustizia sociale ed ambientale. E’ chiaro a tutti che, in questi ultimi anni, come indicato da diverse relazioni, bisogna iniziare a considerare anche i “nuovi poveri”, non più solo disoccupati, anziani o famiglie numerose ma oggi vivono al di sotto della soglia di povertà anche i lavoratori, le famiglie non necessariamente numerose, i giovani.
L’iniziativa del pranzo sospeso non è una soluzione, e tutti ne sono consapevoli, ma è un’opportunità, una chiamata a tutti a fare la propria parte. Come la rete dei numeri pari suggerisce e sottolinea la duplice finalità di contrastare la disparità e la disuguaglianza sociale a favore di una società più equa e la necessità di potenziare l’azione tra “eguali” nei territori, anche il pranzo sospeso, lavora su una duplice obiettivo, fare la propria parte con un gesto volontario dando la possibilità a chi non può di avere, per una sera, per una cena, per un pranzo, pari dignità come tutti gli altri senza sentirsi “da meno”, con un’iniziativa che coinvolge cittadini, amministrazioni e attività commerciali e di ristorazione per un welfare municipale.
Ed ecco spiegata la contaminazione della bellezza. Un’idea nata dai gestori di un bene confiscato, un’azione collettiva e una condivisione di obiettivi per una città più giusta e solidale.

La Tela, osteria sociale in un bene confiscato

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