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Il “bar dei boss” restituito alla collettività

di Davide Pecorelli il . Piemonte

LIBERA PIEMONTE – E’ stato luogo di summit e incontri di ’ndrangheta. Tra queste mura le microspie del Reparto Operativo dei Carabinieri hanno ascoltato gli affiliati della potente locale di Volpiano. Molti dei loro discorsi sono finiti nelle carte dell’operazione Minotauro e, persino, hanno dato il nome alla più recente inchiesta anti ‘ndrangheta denominata “San Michele”. L’esercizio commerciale di cui parliamo è il “Bar San Michele”, in corso Regina Margherita a Volpiano, gestito dalla moglie di Antonio Agresta e confiscato dalle autorità. Agresta, detto “Totu i Natale”, nelle pagine dell’operazione Minotauro veniva considerato  dalla magistratura a capo del gruppo criminale di Volpiano con la dote di “Vangelo”, ma  in secondo grado è stato condannato a soli 2 anni di reclusione e assolto dall’accusa di guidare la cellula volpianese. A prescindere dagli sviluppi giudiziari, quel luogo rappresenta la base operativa della locale di Volpiano e da ieri ha iniziato una nuova sfida. Abbiamo chiesto al Sindaco della città, Emanuele DeZuanne quali sono i progetti in cantiere in questo luogo ma anche altro…

Cosa è successo ieri a Volpiano?

E’ stato ridato alla collettività un Bar, che oggi si chiama Bar 105. Un nome che dice poco ai più, se si pensa che l’esercizio commerciale è noto ai più per le operazione Minotauro e San Michele. Luogo passate alle cronache per le molte intercettazioni che hanno fatto scaturire prima l’Ordinanza Minotauro e poi quella San Michele.

Cosa rappresenta per la sua città questo luogo?

Storicamente era frequentato dagli agricoltori, ha poi assunto un denotazione completamente diversa alla luce degli atti della Magistratura Torinese, che anche grazie alle intercettazioni ambientali fatte in questo bar, è riusita ad incriminare personaggi reputati appartenenti alla ‘ndrangheta. Così, un normale bar che non aveva nessuna connotazione particolare, è diventato il simbolo di tutte le vicende legate alla ‘ndrangheta. E’ di certo uno degli elementi che ha causato un danno di immagine alla collettività di Volpiano. E per dare nuova vita a un locale chiuso per queste ragioni è necessario pensare a caratteristiche specifiche.

Quali sono i progetti in cantiere?

L’esempio più conosciuto, legato a Minotauro, di un esercizio commerciale restituito alla collettività, è quello del Bar Italia. Per ragioni varie non è stato possibile fare lo stesso progetto. Per questo siamo rimasti in contatto con il nuovo proprietario (Daniele Furbatto) e, alla notizia di voler riaprire il locale, ci siamo accordati con lui per ospitare iniziative di carattere culturale volte alla lotta alla mafia e alla promozione della legalità. Una di queste è rappresentata da volantini con le carte di identità di alcune vittime innocenti delle mafie, che raccontano la loro storia. L’iniziativa prende il nome di “Apri la bocca… accendi il cervello”. E’ un messaggio molto semplice, ma credo molto utile, perché chi si recherà in questo esercizio, accanto al menu, troverà la storia di queste persone. Questo è il passo che l’amministrazione con l’associazione Toto – realtà locale che da anni organizza sul territorio eventi per parlare di contrasto alle mafie – hanno potuto mettere in campo con una realtà privata. Proseguiranno altri eventi sempre con l’associazione Toto, per riflettere sul tema della mafia e della legalità.

Le pongo ora una domanda che le potrebbe sembrare fuori tema, ma che è naturalmente collegata ai fatti che hanno investito Volpiano. Per opportunità politica, non crede sia il caso di chiedere un passo indietro a due sue assessori che sono stati citati più volte nelle carte della magistratura (non sono indagati) mentre colloquiavano o intrattenevano rapporti con personaggi che la magistratura ritene legati al crimine organizzato. Farà un rimpasto di Giunta togliendo le deleghe a Vincenzo Versace e Giuseppe Medaglia? 

Oggi a mezzogiorno farò una conferenza stampa in cui annuncerò un cambio di giunta. Io guardo con attenzione ciò che è stato fatto dalla mia amministrazione e, per quanto ne sono io, tutto è stato fatto rispettando le leggi. Uscita la notizia di queste intercettazioni, mi sono state chieste le dimissioni di queste persone ed io le ho respinte perché queste persone non solo non sono indagate, ma non sono state nemmeno chiamate a testimoniare o altro.

Non crede che per opportunità politica e per la battaglia che sta conducendo  – dalla costituzione di parte civile nel processo Minotauro alle attività culturali del Bar San Michele – sia necessario chiedere a queste due persone di fare un passo indietro? 

Ripeto, oggi ho indetto una conferenza stampa per annunciare il cambiamento della mia squadra, dando la possibilità ad altre persone di far parte della Giunta e le due persone a cui si riferisce non ne faranno più parte. Usciranno dalla Giunta perché la loro esperienza amministrativa supera i 10 anni e non voglio legare questa scelta alle intercettazioni, ho concluso il percorso di rinnovamento che avevo progettato. Io sono alla fine del mio mandato e guardo le azioni che ho fatto. Quando mi è stato chiesto di rimuovere questi due assessori io mi sono chiesto: perché dovrei farlo, se i loro comportamenti non si traducono in fatti illeciti?

Quindi la risposta è che il rimpasto non è legato ai comportamenti che si evincono dalle carte dei magistrati?

 No. L’inopportunità di Medaglia e Versace può essere legata al linguaggio utilizzato, ma quelle intercettazioni non testimoniano uno scambio di favori a fronte della promessa dei voti. Da oggi loro non saranno più in Giunta, io ho spiegato i motivi, ma la cosa più importante è la linea che ho tenuto nel guidare la mia amministrazione è di seguire certe linee, che non sono altro che il rispetto delle regole.

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