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Emilia-Romagna, una mappa dei beni confiscati

di redazione il . Emilia-Romagna

Anche l’Emilia-Romagna si è dotata di una mappa georeferenziata attraverso la quale è possibile conoscere in maniera approfondita lo stato dei beni sottratti alla criminalità organizzata sul territorio. Ieri,, giovedì 10 luglio, è infatti stato presentato il database consultabile sia sul sito della Regione Emilia-Romagna (http://www.regione.emilia-romagna.it/) sia su quello dell’Università degli Studi di Bologna (http://www.unibo.it/it/homepage), a cui fa capo la prima edizione del master in “Gestione e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie Pio La Torre”, nell’ambito del quale è stato ideato e realizzato il progetto.

 

«La mappatura – ha spiegato la direttrice del master Stefania Pellegrini – rappresenta un essenziale strumento di conoscenza del territorio da parte dei cittadini, ma soprattutto da parte degli enti locali e delle associazioni che vogliono iniziare un percorso di riqualificazione del proprio territorio, mediante un progetto di riutilizzo del bene». Secondo la mappatura, in Emilia-Romagna si trovano 40 beni confiscati alla mafia: 12 a Bologna e provincia, 5 a Modena, 2 a Parma e Ferrara, 1 a Piacenza, 7 a Ravenna, 3 a Forlì e 8 a Rimini. Di questi, solo sei risultano essere attualmente in uso. A questo proposito, nel corso della presentazione della mappa georeferenziata, è stato illustrato anche lo studio del monitoraggio di uno specifico bene: si tratta della villa sequestrata e confiscata al camorrista Vincenzo Busso, situata a Berceto, in provincia di Parma. Lo studio ha permesso di ricostruire la storia del bene, indicando le varie tappe: dall’iter giudiziario al riutilizzo sociale, dando voce a tutti gli attori coinvolti.

 

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