“Protezione civile ha esagerato”
”Se uno ti chiede un servizio sproporzionato – e te lo paga – perché non dovresti darglielo?“. E poi ancora: “Si, a L’Aquila la Protezione civile ha esagerato“. Sono alcune delle frasi pronunciate da uno dei relatori a margine del convegno di presentazione della norma UNI EU 16194. A organizzarlo Aniobam, associazione italiana di gestori bagni mobili. Invitato d’onore all’evento – tenutosi all’interno della fiera Ecomondo – la ditta più grande, la Sebach, che monopolizza buona parte del mercato italiano.
“Fino ad oggi non esisteva alcuna norma che regolamentasse questo servizio, neanche per fissare i requisiti di minimo prestazionale da garantire all’utente“, si legge sulla pagina web di presentazione del convegno, pubblicata proprio sul sito della Sebach. Come Site.it e presidio di Libera L’Aquila siamo stati presenti al convegno. Dopo l’illustrazione di questa tabella, contenuta nella nuova norma Uni, in cui si fissa il numero di bagni e di pulizie necessari per i vari eventi, abbiamo posto una serie di domande. Che hanno prodotto solo imbarazzate risposte.
Ricordiamo che per le tendopoli aquilane furono inizialmente ordinati 4mila bagni mobili e 4 interventi di pulizia al giorno e che la stessa Protezione civile dichiarò che la spesa totale prevista era di 34 milioni di euro. Come site.it e Presidio di Libera L’Aquila abbiamo sempre sostenuto che furono eccessivi sia il numero di bagni che il numero di pulizie: ogni ospite delle tendopoli, infatti, poteva produrre fino 100 litri di deiezioni solide e liquide al giorno. Già dall’analisi sommaria della tabella in questione si deduce che a L’Aquila la spesa del Dipartimento di Pc per i bagni è stata esagerata. E di molto.
Ma procediamo per ordine. La nuova Norma Uni, entrata in vigore il 12 aprile 2012, disciplina i bagni mobili non connessi alle rete fognarie (tra cui i c.d. Bagni chimici) sia in alcuni aspetti costruttivi che nelle modalità di manutenzione e pulizia, prevedendo espressamente che debbano comprendere il completo spurgo del serbatoio, il trasporto e lo smaltimento in siti autorizzati, nonché la pulizia della cabina sia all’esterno che all’interno. Viene specificato anche che ciascun bagno può soddisfare sino a 100 utilizzi prima di dover essere sottoposto a intervento di pulizia e che ciascuna persona, in media, utilizza il bagno ogni 4 ore, cioè 6 volte al giorno. Si deduce che ogni bagno potrebbe soddisfare il fabbisogno di almeno 15 persone al giorno, prima di essere pulito.
Per quanto riguarda il numero di bagni da collocare, invece, viene fatta una distinzione tra i bagni per cantieri di lavoro ed i bagni per altri eventi. Per i primi viene previsto un bagno ogni 10 lavoratori, ma con un intervento di pulizia almeno dopo 5 giorni lavorativi da 8 ore ciascuno. Per gli altri eventi, invece, il calcolo va fatto secondo i valori riportati nella tabella.
E’ molto importante raffrontare le regole contenute in questa norma UNI a proposito del numero di bagni e degli interventi di pulizia con il caso dell’istallazione dei bagni chimici nelle tendopoli del dopo sisma aquilano. Prendiamo a riferimento la punta massima degli ospiti delle tendopoli, circa 70mila persone.
Primo caso. Applicando la regola della tabella per le manifestazioni che durano più di 12 ore al giorno , per 24 ore a L’Aquila sarebbero serviti 2.625 bagni con una pulizia giornaliera.
Secondo caso. Capacità di utilizzo medio di ciascun bagno mobile. Tenuto conto che ciascun bagno mobile può soddisfare le esigenze quotidiane di 15 persone, sarebbero stati necessari 4.600 bagni mobili, con una sola pulizia giornaliera.
Terzo caso. Servizio previsto per i cantieri. Un bagno mobile ogni 10 lavoratori, da pulire però dopo 5 giornate lavorative, da 8 ore ciascuna. Con questo calcolo basterebbe 1 bagno ogni 20 persone, da pulire una volta al giorno. Totale: 3.500 bagni con una sola pulizia giornaliera.
Per capire la quantità dei soldi sprecati nell’emergenza aquilana ricordiamo i prezzi previsti nel contratto Protezione civile-Sebach: 23,4 euro a bagno per noleggio e una pulizia giornaliera, altri 18,6 euro per ogni pulizia aggiuntiva. Applicando i prezzi dello stesso contratto ai fabbisogni previsti dalla norma UNI, nel primo caso la spesa totale giornaliera sarebbe stata di 62mila euro, nel secondo caso di 107.640 euro e nel terzo di 81.900 euro.
La Protezione civile richiese invece 4mila bagni con 4 pulizie giornaliere, per una spesa di 79,2 euro a bagno. Il totale giornaliero di spesa arriva così a 316.800 euro: un aumento molto consistente, che sale a milioni di euro, se si considera che l’emergenza aquilana è durata molti mesi. Aumento, inutile dirlo, tutto a danno del committente pubblico e a favore del fornitore privato.
Ma non finisce qui. Nella procura del capoluogo abruzzese è aperta un’inchiesta per truffa per verificare se le 4 pulizie al giorno sono state effettivamente eseguite mentre un troncone sulla regolarità dell’appalto è finita nella procura della capitale. Infine, restano senza risposta tutte le domande su una singolare ordinanza, la n. 3767 del 13 maggio 2009, emanata dal Dipartimento di Protezione civile, con cui di fatto si eliminava l’obbligo di compilazione dei formulari per il trasporto e lo smaltimento dei liquami dei bagni chimici, rendendo così molto difficili, se non impossibili, i controlli sul regolare svolgimento delle pulizie dei bagni chimici.
Un’altra delle magie dell’emergenza aquilana.
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