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Salento, finisce la latitanza di Francesco Santolla

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Finisce la latitanza di Francesco Santolla, 59 anni, originario di Veglie (LE). Il boss salentino è stato consegnato dalle autorità olandesi a quelle italiane all’ aeroporto di Fiumicino dove gli è stata notificata l’ ordinanza di carcerazione emessa dalla Procura Generale in seguito alla condanna all’ ergastolo per un omicidio di mafia, quello di Ivo De Tommasi, il fratello del boss Gianni, assassinato il 12 agosto del 1989. Santolla è ora detenuto in una cella del carcere romano di Rebibbia. L’ omicidio che è costato la condanna all’ ex latitante scatenò una sanguinosa faida fra il clan Tornese (di cui Santolla sarebbe stato un esponente di primo piano) e quello di De Tommasi. Una guerra che costò la vita anche a suo figlio Romualdo, appena diciottenne.
Gli investigatori erano sulle sue tracce da quando si era rifugiato in Olanda, dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, guidati dal capitano Biagio Marro, sapevano che Santolla si trovava in Olanda, dove si sentiva al sicuro grazie a un pronunciamento delle autorità olandesi che avevano negato una sua estradizione. Santolla viveva nella provincia centrale olandese e godeva di una doppia cittadinanza. I carabinieri, qualche anno fa, nel corso di una perquisizione in casa dei suoi genitori, avevano scoperto una missiva spedita dall’ Olanda che è risultata determinante per scoprire dove si nascondeva il latitante. Il 13 gennaio scorso le autorità olandesi hanno eseguito il mandato di arresto europeo emesso dalla Procura Generale. Ai primi di aprile dall’ Olanda è giunto il via libera all’ estradizione che ha consentito la consegna.
«Non è stato facile trovarlo – ha affermato il Colonnello Maurizio Ferla, Comandante Provinciale dei Carabinieri -. Non è stato agevole neppure trovare una sintesi fra gli ordinamenti per ottenere l’ estradizione. Ma adesso c’ è la soddisfazione per aver assicurato alla giustizia un ergastolano».
Nel carcere di Rebibbia, Santolla ha ricevuto la visita del suo legale, l’ avvocato Francesca Conte. La professionista ha comunicato che il suo assistito ha ricevuto solo in lingua olandese il dispositivo che ha consentito l’ estradizione, e di non comprenderne, per questo, i motivi che l’ hanno determinata malgrado il ricorso alla Corte d’ Appello.
L’ avvocato Conte ha affermato che impugnerà la decisione davanti alla Corte Europea di Strasburgo per i diritti dell’ uomo proponendo anche un incidente di esecuzione in Corte d’ Assise al fine di annullare l’ ordine di carcerazione.
 

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