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Salento, la Dia di Lecce confisca beni per un valore di 1,6 milioni di euro

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, agli ordini del Colonnello Francesco Mazzotta, hanno confiscato aziende e beni immobili riconducibili a Giovanni Mazzotta, soprannominato Gianni Conad, perché da sempre attivo nel settore dei supermercati. Il 46enne di Monteroni (LE), già condannato con sentenza definitiva per traffico di sostanze stupefacenti, è indiziato di appartenere al clan mafioso dei fratelli Tornese.  Il provvedimento di confisca è stato disposto dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Roberto Tanisi, a latere Pasquale Sansonetti e Pia Verderosa) a seguito della proposta di misura patrimoniale avanzata dal Procuratore della Repubblica di Lecce, dr. Cataldo Motta, a conclusione di certosine indagini patrimoniali svolte dal personale della Sezione Operativa della Dia di Lecce coordinato e diretto dal Colonnello Francesco Mazzotta.

Il complesso lavoro degli investigatori ha fatto emergere una forte sproporzione tra i modesti redditi dichiarati dal Mazzotta e l’ enorme patrimonio a lui riconducibile.  Ma vediamo nel dettaglio da quali e quanti beni è composto questo impero che adesso diventa proprietà dello Stato che potrà certamente destinarlo a fini più nobili: un negozio ubicato in Monteroni di Lecce; due abitazioni situate in Monteroni di Lecce; la società GI.AN.CO Srl con sede in Monteroni di Lecce; un villino di 7 vani e un terreno ubicati nel comune di Monteroni di Lecce; due società cui fanno capo i supermercati. Una è la DENNIS Srl, con sede in Leverano (LE), con l’ intero complesso aziendale composto dai seguenti punti vendita: supermercato “Meta” ubicato in Leverano; supermercato “Gulliper” ubicato in Maglie (LE); supermercato “Gulliper” sito in Leverano. L’ altra società è la MI.CHE. S.r.l., con sede in San Cesario (LE), con l’ intero complesso aziendale costituito dal supermercato di via Cazzella a Leverano; dal supermercato “Pam” di Nardò; dal punto vendita “Mondo Casa” di Leverano e dal supermercato “Pam” sempre in Leverano. Il tutto per un valore complessivo di 1,6 milioni di euro.   Le informative redatte dal settore indagini patrimoniali della Dia hanno appurato la gestione diretta della catena di supermercati da parte di Mazzotta che, pur non essendo il titolare, impartiva ordini a chi risultava, ma solo formalmente, il responsabile delle attività.

 Il Colonnello Francesco Mazzotta, soddisfatto per il grande risultato raggiunto, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni che evidenziano l’ importanza delle misure di prevenzione patrimoniali nella lotta alla criminalità organizzata: «I risultati di questa indagine testimoniano l’ efficacia delle misure di prevenzione patrimoniali nel contrasto alla criminalità organizzata. Questo istituto – continua il dirigente della DIA -, anche sulla base dei positivi risultati ottenuti sotto il profilo qualitativo e quantitativo soprattutto negli ultimi decenni, è unanimente riconosciuto come essenziale e necessario sul terreno di una moderna strategia di lotta alla criminalità. È proprio la potenza economica a rendere estremamente pericolosa la criminalità consentendole, soprattutto, di integrarsi con il sistema economico – finanziario talora non parallelo, né occulto, né illegale, ma lecito: la cosiddetta mafia imprenditrice.

Questa indagine ha dimostrato come la criminalità, a fronte di una imponente massa di denaro, abbia diversificato gli impieghi, reinvestendo i capitali illeciti nel finanziamento di imprese formalmente lecite, nel caso di specie i supermercati, anche se finanziate con denaro sporco dando luogo a quel settore di mercato denominato, dagli economisti, economia mafiosa. Il profitto e il denaro sono infatti la ragione d’ essere della criminalità: sequestrarli e confiscarli costituisce la soluzione».  

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