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Liguria: colpo alla ‘ndrangheta

Di redazione il . Liguria

All’alba di oggi i carabinieri del Ros di Genova hanno eseguito dodici arresti per il reato di associazione mafiosa. L’ordinanza dei pm della Dda di Genova, validata dal Gip, ha interessato presunti affiliati delle ‘ndrine reggine in Liguria. Nel mirino degli investigatori il capoluogo ligure, la cittadina di Lavagna, in provincia di Genova, Ventimiglia (Im) e Sarzana (Sp). L’operazione di oggi è il risultato di indagini suppletive sulle precedenti operazioni antimafia che hanno interessato il nord Italia. Il “Crimine”, condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano dello scorso 13 luglio, e “Minotauro” portata a termine dalla Dda di Torino nelle scorse settimane.

Tra le persone arrestate figurano esponenti di spicco della ‘ndrangheta reggina in Liguria, quelli della fazione facente capo a Domenico Gangemi, finito in carcere lo scorso luglio. Arresti importanti che, tuttavia, evidenziano la forte presenza delle ‘ndrine in regione. La Direzione nazionale antimafia, nell’ultima relazione presentata al Parlamento, descrive con tinte fosche la situazione della Liguria. Una regione che nel giro di poco tempo è stata investita da un serie di importanti arresti e operazioni, e che ha subito lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale di Bordighera. Il secondo caso in tutto il Nord dopo Bardonecchia, in Piemonte. 

Scrive la Dna: «La ‘ndrangheta ha individuato nella Riviera un paradiso ove  poter riciclare le ingenti ricchezze prodotte dalle attività illecite, una piazza  tranquilla dove svolgere con sistematicità le più proficue attività di estorsione e  di usura, il tutto, per così dire, all’ombra del paravento legale offerto dal casinò  di San Remo». La ‘ndrangheta ha fatto della regione, ormai da decenni, un importante avamposto. La Liguria, infatti, è collocata in una posizione geograficamente strategica. Al confine con la Francia è dotata di un porto, quello di Genova, che collega il Nord e il Sud della Penisola. Ideale per il traffico di sostanze stupefacenti e per il rinvestimento di denaro sporco.

Grazie all’operazione “Il Crimine” dello scorso luglio è stato possibile fotografare le articolazioni ‘ndranghetiste presenti in Liguria. Nell’ordinanza si legge che il contesto criminale riconducibile alla ‘ndrangheta è molto variegato. C’è: «Un gruppo di vertice, riconducibile a RAMPINO Antonio ed al suo contesto  familiare, collegato ad altre realtà criminali
». C’è, poi: «Un gruppo originario di Mammola e riconducibile soprattutto ai MACRI’»; «La fazione “dissidente” capeggiata da GANGEMI Domenico e SAVOCA  Giuseppe
»; e infine: «La figura di STEFANELLI Vincenzo, originario di Oppido Mamertina (RC),  impegnato autonomamente nel traffico di sostanze stupefacenti con suoi  compaesani orbitanti nell’hinterland milanese
». Tra questi gruppi risulta di notevole importanza il ruolo di Domenico Gangemi.

Figura di elevato spessore criminale nella città di Genova, interlocutore di don Mico Oppedisano, capo Crimine della ‘ndrangheta reggina. Gangemi, inoltre, ha sponsorizzato la nascita della “Società minore” nel basso Piemonte, nello specifico a Sommariva del Bosco in provincia di Cuneo. Una realtà criminale – certificano i pm – in: «Stretta dipendenza dal locale di  Genova, capeggiato da GANGEMI Domenico».

Nonostante gli importanti risultati messi a segno dalle forze dell’ordine, la situazione in Liguria continua a destare preoccupazione. La Commissione antimafia ha recentemente annunciato una missione proprio in riviera dal 25 al 27 luglio, segnale che, nonostante tutto, si vuole mantenere alta l’attenzione.

gaetano liardo

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