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Questa trasmissione non s’ha da fare

Di Stefano Fantino il . Lazio

Le tempistiche sono molto sospette.
Domenica sera, durante le pause pubblicitarie che intervallano
Report, i milioni di spettatori che seguivano il programma della
Gabanelli, hanno visto lo spot che promuoveva Vieni via con me,
programma condotto in tandem da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Ora, e
siamo solo a due giorni da quella sera, imperversa la polemica, e di
fatto la messa in onda di quel programma è in fase di stallo. Perché
la dirigenza Rai, di fatto, si è messa di traverso, e ha prodotto
rallentamenti evidenti che al momento mettono in forse Vieni via
con me
. Di cui potremmo anche aver gustato solo la pubblicità,
mandata in onda la domenica sera in prima serata per fare da traino a
un qualcosa che non si farà. Comunicazione creativa, quanto meno.

Ad aprire le danze in questi giorni già
infuocati, prima il caso Anno Zero poi quello Report, sono le
dichiarazioni di Fabio Fazio, rilasciate, non senza una punta di
aspra amarezza, alla stampa. «Bloccano il programma di Saviano»
così il conduttore savonese ha vuotato il sacco, a tre settimane
dalla messa in onda prevista di Vieni via con me, che, con
l’autore di Gomorra, rinverdisce il fortunato tandem già
sperimentato nelle prime serate di Che tempo che fa. La
dichiarazione, diretta ai vertici della Rai è stata motivata dal
conduttore dal mancato via libera ai contratti per Roberto Benigni,
Paolo Rossi e Antonio Albanese, previsti come ospiti della prima
puntata. A dare man forte a Fazio anche Saviano che ha ribadito il
concepimento del programma come un dialogo a più voci su temi di
forte attualità, polifonia che mancherebbe se fosse confermato il
taglio agli ospiti . La replica di Masi è arrivata in giornata con
un comunicato che il dirigente di Viale Mazzini ha affidato alla
stampa: niente soppressione del programma, niente trattativa o
rinegoziazione dei contratti con gli ospiti, ma solo una accurata
analisi sui costi.

Ora dati alla mano è pur vero che
alcuni cachet, la cui consistenza circola da tempo negli ambienti
Rai, si dimostrano di entità non certo piccole, 250mila euro per la
serata con Benigni, ma la cifra se pur alta era stata concordata.
L’agente di Benigni, Lucio Presta: «Quando sono andato in Rai per
aprire la trattativa mi sono limitato a chiedere quale fosse
l’offerta dell’azienda per la presenza di Roberto. Mi è stata fatta
un’offerta e io l’ho accettata subito, senza discutere». Poi il
retromarcia della Rai, la richiesta di andare a una cifra pari a un
decimo di quello stabilito in precedenza. Tuttavia la politica di
austerity si scontra con la pubblicità già venduta, il
programma in fase di completamento, testi già scritti per
intenderci, e il sicuro gradimento del pubblico che non ha mai
lesinato il sostegno davanti al piccolo schermo quando tematiche
importanti sono state proposte in prima serata. E tutto dovrebbe
cadere quando lo stesso Lucio Presta ha dichiarato che «lo stesso
Benigni andrebbe anche gratis», di fatto annullando la motivazione
economica.

Ma di cosa dovrebbe
parlare Vieni via con me? Un’occhiata ai contenuti è d’obbligo
dopo l’affaire Anno Zero e, ultimo, il caso Report, su cui gravavano
le pressioni della politica per non andare in onda con un servizio
sugli “interessi”caraibici del premier. Le quattro puntate del
sodalizio Fazio-Saviano vorrebbero affrontare proprio gli interessi e
le proprietà del premier, la ricostruzione aquilana, il tema dei
rifiuti, il caso dell’Utri. C’è di che far venire una indigestione a
viale Mazzini. Così la pensano i conduttori che considerano il
cavillo economico una vera e propria mossa anticipatrice per
eliminare i contenuti poco graditi. Saviano oggi, per il suo
Repubblica, ha dichiarato: «Può darsi che siano economiche le
ragioni che vengono accampate. In realtà i contratti erano stati
chiusi a condizioni molto vantaggiose per l’azienda, e soprattutto
gli spazi pubblicitari erano andati a ruba. Non solo. Roberto
(Benigni ndr) mi ha chiamato poco fa raccontandomi che aveva detto
alla Rai di essere pronto a venire nel programma anche gratis.
Dunque, di cosa stiamo parlando?». E forse a preoccupare non è il
cachet, peraltro volontariamente annullato dall’attore, di Benigni o
il terzomondismo da salotto di un Bono Vox ospite in studio, ma la
volontà di far arrivare tramite il potente tubo catodico a milioni
di persone che magari non bazzicano certi terreni storie
potenzialmente “esplosive”. Ovviamente per chi non ha il minimo
interesse a farle conoscere e vuole, ancor oggi, che una cappa le
copra e le mimetizzi.

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