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Il Lazio fa i conti con l’usura

Di Marzia Pitirra il . Lazio

Il 21 settembre ha avuto luogo a Roma il “No Usura Day”, organizzato da SOS Impresa – Confesercenti, in occasione del quale sono stati presentati i dati dell’usura in Italia e nelle singole regioni. Un giro d’affari che ruota intorno ai 20 miliardi di euro e che ha fatto cadere nella propria rete centinaia di migliaia di vittime, di cui un terzo commercianti. Il Lazio si conferma, insieme a Campania e Sicilia tra le regioni maggiormente colpite dal fenomeno. Appena il giorno successivo al “No Usura Day”, la squadra mobile romana arrestava 11 uomini vicini agli ambienti della banda della Magliana per usura, estorsione e riciclaggio di denaro, nell’ambito dell’operazione “Il Gioco è Fatto” .

Il 6 ottobre altri  4 arresti ad opera dei Carabinieri del gruppo di Frascati. Hanno sventato un’organizzazione che da gennaio aveva messo in piedi, grazie a  commercialisti compiacenti, una Srl finanziaria che erogava prestiti che venivano poi estinti con pratiche di usura.Per capire quanto sia vasto il fenomeno abbiamo chiesto a Bianca La Rocca, responsabile dell’Ufficio Stampa di SOS Impresa,  un quadro generale della situazione italiana con un focus particolare sul Lazio.

 SOS Impresa ha dedicato a questa regione un rapporto dal titolo inequivocabile, Lazio e Roma: Capitale dell’Usura, com’è la situazione attuale e quali sono i dati?

Gli arresti di ieri e delle passate settimane confermano che in questo territorio il fenomeno dell’usura è altamente radicato. I protagonisti delle ultime vicende fanno parte di organizzazioni strutturate, per ogni nucleo malavitoso ci sono sempre almeno una trentina di vittime di strozzinaggio e beni sequestrati da milioni e milioni di euro. Le denunce sono ancora poche e spesso si arriva a risolvere questi casi collegandosi ad inchieste già in corso. Per quanto riguarda i dati possiamo dire che nel Lazio abbiamo un giro di affari intorno ai 3,3 miliardi di euro, e sono 28.000 i commercianti coinvolti. Per il reato di usura è seconda solo alla Campania.

Quali sono le aree maggiormente colpite?

 L’usura è trasversale, può radicarsi in  tutte le zone, il “cravattaro” opera nei quartieri popolari mentre le grandi organizzazioni  toccano categorie imprenditoriali di zone d’elite. Nel Lazio, tra le località maggiormente “strozzate” troviamo il Sud Pontino, i Castelli e il Litorale romano, dove fino a pochi mesi addietro faceva i suoi affari la famiglia dei Fasciani, storicamente attivi a Ostia tra usura e traffico di stupefacenti.

Quali sono le principali realtà criminali e come agiscono sul territorio? 

A Roma non ci facciamo mancare nulla, andiamo dal cravattaro, il piccolo usuraio di quartiere, figura sempre esistita, fino alle grandi organizzazioni mafiose, passando per le famiglie di nomadi. E diverse sono anche le regole con cui praticano usura. Per alcuni lobiettivo è la moltiplicazione del denaro, per altri quello di impossessarsi delle aziende delle vittime, altri ancora puntano alla spoliazione dei patrimoni .

Nel Lazio operano clan dei Casalesi nel pontino mentre la ‘ndrangheta si occupa maggiormente di riciclo di denaro sporco nei grandi locali del centro della Capitale. Le cosche sono spesso in contatto con ciò che rimane della banda della Magliana, senza dimenticare l’ingerenza di famiglie nomadi quali i Casamonica o i Di Silvio. Non è raro che queste realtà criminali siano in contatto fra loro e si spartiscano gli affari.

Sono nate nuove categorie di usurati o nuove pratiche di estorsione, può farci degli esempi?

L’ usura di tipo mafioso è un fenomeno relativamente nuovo, prima la mafia non lo praticava, per lo più chiedeva il pizzo all’usuraio. Adesso cosche puntano a prelevare gli esercizi degli imprenditori, mandarli sul lastrico per farsi cedere l’attività e riciclare denaro sporco. Il titolare rimane solo come prestanome. Le mafie hanno una mole di denaro tale che in questo momento di crisi economica sono gli unici a cui si rivolgono gli imprenditori disperati.

Un nuovo tipo di strozzinaggio è l’usura di giornata, un prestito che si copre nel giro di 24 ore, con un massimo di 2000 euro e che può arrivare al 20% di interesse. Una modalità che  riguarda piccoli commercianti, ma anche titolari di attività di media dimensione che, per resistere alle perdite e pagare i fornitori, si rivolgono agli usurai.

Spesso la vittima di strozzinaggio diventa carnefice, come è accaduto anche negli ultimi arresti di Frascati. L’ usurato, per pagare i suoi debiti, cerca a sua volta altri imprenditori che necessitano prestiti di denaro.

I commercianti come reagiscono, c’è ancora  la paura di denunciare? Ricevete molte chiamate al numero verde?  

Lo sportello SOS Impresa di Roma e del Lazio, attivo da oltre un anno e mezzo ha gestito migliaia di segnalazioni. La maggior parte delle chiamate risultano però una richiesta di informazioni, un centinaio fanno sospettare che ci sia dietro l’usura e di questi se riusciamo a convincerne dieci a denunciare è un grande passo. Spesso si vergognano di denunciare, non è tanto la paura quanto il dover ammettere di aver fallito. Le intimidazioni e le violenze avvengono prima della denuncia, perché dopo l’usuraio non vuole rischiare di aggravare la situazione processuale.

Dal 2010, alla questura risultano solo 7- 8 denunce. C’è una sproporzione enorme tra questo numero e la reale portata del fenomeno, se pensiamo che con una sola indagine si scoprono in media trenta o quaranta persone vittime di usura. Sulla prevenzione e l’informazione stiamo molto indietro. Le vittime dell’usura hanno una scarsissima conoscenza del fenomeno e quindi anche dei loro diritti. È un reato dilagante e questo risulta evidente dai dati che raccogliamo ogni anno, a dimostrazione che c’è una falla nella macchina legislativa e nelle soluzioni prese fino ad ora. 

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