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Scacco a Maroni

Di Marzia Pitirra il . Lazio

Lo sbarco di clandestini avvenuto la mattina del 4 ottobre alle porte della Capitale ha dimostrato quanto effimeri si siano rivelati i proclami del Governo sull’immigrazione e sulle soluzioni adottate per arginare il fenomeno. Un vero e proprio schiaffo alla politica dei respingimenti di Maroni.
Sono arrivati in più  di 50, tra nordafricani e palestinesi, su un peschereccio partito dieci giorni prima dalla Libia con destinazione Latina, località Capo Portiere, 70 km da Roma. Al momento dell’attracco, alcuni appartenenti all’organizzazione che ha gestito la tratta li aspettavano a bordo di un gommone rubato, con viveri e mezzi di sostentamento, e prima che le forze dell’ordine venissero allertate dell’accaduto, gli scafisti e gran parte dei clandestini si erano già dileguati. Fino ad ora sono stati fermati solo 25 egiziani tra i quali due minorenni.
Non si sono fatte attendere le polemiche sulla vicenda, soprattutto tra la Caritas e il Ministero dell’Interno; l’organismo di carità della CEI aveva da subito messo in dubbio le politiche anti-immigrazione attuate dal Governo, criticando l’assenza di un decreto sulla regolamentazione dei flussi e contestando i dati sulla diminuzione di sbarchi dopo gli accordi con la Libia. Alle affermazioni del Viminale, che bolla lo sbarco sul litorale del Basso Lazio come un fenomeno isolato, “ possibile solo in virtù della particolare conformazione del natante”, non si è lasciata attendere la risposta di Oliviero Forti, responsabile immigrazione Caritas “non ci saremmo aspettati uno sbarco a poche decine di chilometri da Roma, ma di certo il flusso di disperati verso l’Italia non si è mai interrotto e lo dimostrano gli episodi di questa estate in Salento e Calabria. Sono cambiate le rotte ma la propensione ad emigrare resta alta”.
L’opposizione ha invece commentato la vicenda con toni più decisi «È ufficialmente fallita la politica di respingimento del ministro Maroni, lo sbarco di oggi avvenuto sulle coste del litorale laziale evidenzia come, se bloccati a Lampedusa, i barconi di clandestini trovino nuovi approdi». Lo affermano Stefano Pedica e Enzo De Amicis, coordinatore regionale e segretario provinciale di Latina dell’Idv. «La strategia repressiva del Ministro Maroni non porta a risultati, è necessario adottare una politica non di respingimento ma di integrazione, oltre ad intensificare il dialogo con i governi di provenienza dei clandestini al fine di rivitalizzare l’economia di quegli stessi paesi da dove le persone si trovano a dover scappare per riuscire ad avere una speranza di vita». 
Convinti che non si tratti di un fenomeno isolato anche i volontari della Croce Rossa Italiana, che si sono recati immediatamente sul posto per portare assistenza, con viveri,medicinali ma anche con mediatori culturali. «La notizia dello sbarco di migranti, tra cui anche alcuni minorenni, ci deve far riflettere: le rotte dell’immigrazione stanno cambiando – ha detto il Commissario straordinario di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca – ed è un fenomeno che va analizzato, compreso e non sottovalutato”. L’ipotesi di una organizzazione criminale nel Lazio che gestisca le nuove rotte per la tratta di esseri umani non sembra poi così lontana. Nonostante gli spot del Ministero dell’ Interno è evidente l’impossibilità di riuscire a controllare un tratto di mare vasto come quello che va da Lampedusa a Ventimiglia e così la malavita si organizza.
Il fatto che questo sbarco sia avvenuto alle porte di Roma fa immaginare quanto poco le forze dell’ordine siano preparate ad eventi del genere.“Bisogna trovare altri modi per affrontare l’immigrazione clandestina, non ci sono accordi o respingimenti che reggano – di questo è fermamente convinto Antonio Turri, referente di Libera Lazio – le organizzazioni criminali che vivono e si muovono nelle periferie della Capitale hanno agito indisturbati, avendo il tempo di preparare uno sbarco ordinato in un approdo sicuro sul litorale laziale. E’ un fatto oggettivo –  continua Turri –  hanno “bucato” tutti i controlli, la prima segnalazione è stata fatta da un comune cittadino quando, in mattinata, ha visto degli uomini che chiedevano in lingua francese quale fosse la direzione per Roma. Finirà che tra poco vedremo una carretta del mare solcare direttamente le acque del Tevere. Una beffa alle promesse di Maroni e del Governo. La malavita se ne è resa conto, il Viminale a quanto pare non ancora”. 

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