Trieste, nuove minacce a Roberto Giurastante
La prima volta hanno fatto trovare la
testa di un capretto mozzata davanti il portone di casa. Domenica
scorsa, invece, hanno provato a forzare il portone della sua
abitazione e di entrare dentro. Continuano, così, le minacce nei
confronti dell’ambientalista triestino Roberto Giurastante,
protagonista di numerose e documentate denunce sui traffici di
rifiuti tossici in Friuli Venezia Giulia. Un metodo mafioso,
chiaramente intimidatorio, in una città, Trieste che non è abituata
ad azioni del genere. Giurastante, presidente
dell’associazione Greenaction Transnational e portavoce italiano
dell’associazione Alpe Adria Green da anni denuncia il “sistema”
Trieste. Traffico di rifiuti pericolosi, sversati a mare o nascosti
dentro i più svariati anfratti del terreno, infiltrazioni mafiose,
contatti e contiguità con ambienti politici e con la massoneria. Un
sistema perfetto che non tollera riflettori accesi.
«Nonostante le minacce continuate –
si legge in una nota di Greenaction Transnational – Giurastante non
ha ricevuto alcun tipo di protezione da parte delle autorità di
pubblica sicurezza italiane. Non si può quindi che esprimere la
massima preoccupazione per quanto sta accadendo». «Roberto
Giurastante – continua la nota – è autore di rilevanti denunce
all’Unione Europea sul sistema di smaltimento illecito dei rifiuti
nel Nord Est, sulla violazione delle norme sugli appalti, sulle
carenze della legislazione italiana in materia di prevenzione dei
rischi degli incidenti agli impianti industriali (Legge Seveso), sul
nucleare (violazione delle norme Euratom) e sugli inquinamenti
transfrontalieri. E’ anche uno dei principali oppositori dei
progetti dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste. E’
autore del libro denuncia “Tracce di legalità” inchiesta
sugli affari sporchi e sui disastri ambientali nel capoluogo del
Friuli Venezia Giulia».
Intervistato da Liberainformazione
all’indomani della macabra minaccia subita ad aprile, Giurastante
così definiva il problema del traffico dei rifiuti nel capoluogo
giuliano: «il traffico di rifiuti ha portato ad un vero disastro
ambientale che è pressoché sconosciuto in Italia, perché se ne
parla poco, anzi non se ne parla. Siamo gli unici che abbiamo tirato
fuori queste cose, e abbiamo svolto delle inchieste in profondità.
Un traffico di rifiuti che ha trasformato la piccola provincia di
Trieste, la più piccola provincia italiana per intenderci, 212
chilometri quadrati, nel territorio più inquinato a livello
nazionale. Inquinamento delle aree del territorio e inquinamento
anche del Golfo di Trieste con discariche a mare».
Nonostante le tante denunce fatte, di
reazioni se ne sono viste poche. Il mondo dell’informazione e la
società civile non hanno affrontato il problema. Tantomeno la
politica. Gli unici che se ne sono accorti, e che hanno “affrontato”
la questione, sembrano soltanto gli autori delle minacce. Il
“sistema” è perfetto e ben funzionante, e purtroppo si vede.
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