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Sicurezza e legalità devono impegnare la Regione Lazio

Luisa Laurelli* il . Lazio

Tra le Commissioni consiliari istituite di recente dal Consiglio regionale, manca la Commissione speciale Sicurezza e lotta alla criminalità, da me presieduta fino a pochi mesi,  fa che ha prodotto un lavoro quasi sempre unitario divenuto importante punto di riferimento per l’intera comunità del Lazio. La Presidente Polverini si è resa conto che in questo settore è stato cancellato tutto quanto è stato fatto di buono dalle precedenti amministrazioni di centro destra e di centro sinistra? A parte le deleghe all’Assessore alla sicurezza a cui spero nella recente manovra di bilancio siano stati almeno confermati i fondi dello scorso anno, oltre alla mancata istituzione della Commissione consiliare, mancano le nomine degli esperti dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza, quelle relative alla Agenzia regionale sui beni confiscati alle mafie istituita con legge regionale approvata all’unanimità a settembre dell’anno scorso,  nonché quelle dell’Osservatorio sui reati di natura ambientale. Il Consiglio regionale del Lazio circa due anni fa ha tenuto una solenne seduta sul tema delle presenze mafiose nel nostro territorio regionale votando un documento a stragrande maggioranza, in cui si prendevano degli impegni. 
La Polverini lo sa e cosa sta facendo per rispettare quegli impegni? Bisogna sempre ricordarsi che nel Lazio è stato sciolto per presenze di mafia il Comune di Nettuno, si è arrivati ad un passo dallo scioglimento del Comune di Fondi ed è stato messo sotto osservazione il Comune di Ardea. Sono note le attività di contrasto pressoché quotidiano della magistratura e delle forze dell’ordine così come era riconosciuto e ben presente il lavoro della Commissione in raccordo oltre che con le Istituzioni deputate, anche con le organizzazioni sindacali del settore e con l’associazionismo. La Regione Lazio ha un buon impianto legislativo del settore che va dalla legge sulla sicurezza a quella sull’usura, dall’istituzione dell’Agenzia per i beni confiscati alla legge sui diritti dei detenuti, da quella sulle polizie locali alla legge sui diritti degli immigrati.
 Sono già 15 giorni che ho scritto, senza avere risposta alla Presidente Polverini, per proporle di mandare avanti il progetto per realizzare l’ICAM di Roma già finanziato, dove poter ospitare 12 madri detenute con i loro bambini da zero a tre anni. E non mi si venga a dire che tutto ciò succede perché occorre tagliare le spese di organismi che non hanno alcun costo come la Commissione, o costi insignificanti come l’Osservatorio che da mesi non effettua il monitoraggio sulle presenze delle mafie nel Lazio.  La nostra può continuare ad essere una delle Regioni che  la massima  attenzione ai temi della legalità e della sicurezza la pratica quotidianamente e non la  predica solo in campagna elettorale. Così come mi pare sia successo con la nuova Amministrazione regionale. Mi piacerebbe essere smentita.
*Luisa Laurelli – già consigliera regionale e Presidente della Commissione speciale Sicurezza della Regione Lazio

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