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Di sana e robusta costituzione

Di Lorenzo Frigerio il . Recensioni

«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è dove è nata la nostra Costituzione». In questi giorni, queste belle parole di Pietro Calamandrei, uno dei padri costituenti, riecheggiano come il più alto monito a riscoprire il valore della Carta Costituzionale, proprio quando il premier Berlusconi non trova nulla di meglio che dire che governare con questa Costituzione «è un inferno».

Di tutt’altra idea e convinzione, ovviamente e fortunatamente sono Oscar Luigi Scalfaro, presidente emerito della Repubblica e Gian Carlo Caselli, procuratore capo di Torino che si cimentano in un dialogo a più voci, confluito poi in un bel libro dal titolo “Di sana e robusta Costituzione”, curato da Carlo Alberto dalla Chiesa e Davide Mattiello. Il testo è frutto degli incontri che associazioni come Libera, 11metri e Acmos hanno avuto in questi ultimi anni con questi due importanti protagonisti della vita civile. Dagli stimoli emersi durante le serate, è nata la spinta a fermare nero su bianco il proprio pensiero, per dare modo ad altri, soprattutto giovani e studenti, di approfondire e conoscere la nostra Costituzione. Oggi vissuta come terreno di scontro politico, in realtà la Costituzione rappresenta un patto tra le culture e le ispirazioni di alto valore, redatta con lacrime e sangue, al termine di un conflitto mondiale devastante.
 La Costituzione è una mediazione alta delle ragioni della convivenza sotto una stessa bandiera: in essa sono contenuti quei principi e quei valori assoluti che oggi occorre riscoprire. Pensando ai tanti giovani che affollano gli incontri e i seminari promossi dalle più diverse realtà che hanno curato il testo, questo libro-intervista vuole costituire una sorta di agile guida alla lettura. E bene lo ricorda Carlo Alberto dalla Chiesa nella prefazione: “Tenere in mano la Costituzione oggi vuol dire ricevere e offrire speranza” perché i principi contenuti in essa devono rappresentare il traguardo, l’obiettivo. Un obiettivo ancora più valido oggi, a maggior ragione visto che si discute, spesso con toni disarmanti, del futuro della Carta. E allora Scalfaro ricorda che “è il popolo che governa, che conta, che parla, che decide”. E Caselli, di rimando, sottolinea che “la Costituzione disegna una democrazia “emancipante”. 
Una democrazia nella quale il compiuto riconoscimento dei diritti di libertà è integrato dalla solenne affermazione del principio di eguaglianza in senso sostanziale, assunto non come semplice aspirazione o obiettivo ma come dato normativo fondamentale”. Il dialogo con i giovani continua con una serie di domande che servono ai due intervistati per rievocare le origini della Costituzione, a partire dai danni causati dal regime fascista, non ultimo di questi l’entrata in guerra al fianco della Germania nazista. Scalfaro ricorda anche il processo delicato dell’Assemblea Costituente, una fase estremamente fertile per il Paese, in cui comunisti e democristiani, spesso divisi da accese dispute e non solo verbali, seppero mettere da parte aspirazioni particolari nel nome dell’interesse comune.
Caselli e Scalfaro concordano nell’individuare la pregnanza dell’articolo 3, perché indica «un percorso di crescita in diritti e in uguaglianza per tutti», ma anche gli articoli 2 e 11 vengono ad assumere, alla luce dei fatti odierni, un significato straordinario perché sono ancora in grado di illuminare percorsi civili e contenuti legislativi. Utili elementi di comprensione sono i passaggi dedicati al ruolo della magistratura e degli altri organi di garanzia, a partire dalla Corte Costituzionale. Un lungo approfondimento è dedicato a uno dei più formidabili nemici della Costituzione oggi, le mafie. 
Dall’esperienza di Caselli e dalla lettura del problema offerta da Scalfaro, viene l’invito a tenere alta l’attenzione nel contrasto al fenomeno criminale, perché siamo il paese dell’antimafia e non più solo quello della mafia. La democrazia partecipativa e pluralista delineata dalla Carta, la centralità della persona umana e dei suoi diritti, l’uguaglianza di fronte alla legge: tutti temi sviscerati nel corso dell’intervista doppia, al termine della quale gli intervistati lanciano un messaggio di speranza, rivolto soprattutto ai giovani, portatori sani di democrazia. Di fronte alle paventate riscritture di questi ultimi mesi, sarebbe forse il caso che i nostri deputati e senatori “perdessero” il loro prezioso tempo a leggere questo piccolo ma illuminante testo; ne trarrebbe sicuramente giovamento la discussione in sede parlamentare di arditi progetti di revisione, che assomigliano tanto a tentativi di legittimare il governo della maggioranza. 
Nel prosieguo del testo, si trova una interessante appendice, curata da Davide Mattiello dell’ufficio di presidenza di Libera e dedicata al ruolo straordinario giocato dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie nei processi di liberazione dei territori e delle coscienze dall’ipoteca mafiosa. Chiude la pubblicazione il testo integrale della nostra Costituzione, la cui lettura, dopo le parole di Scalfaro e Caselli, ha il potere taumaturgico di far dimenticare le sciocchezze – per usare un eufemismo – che sentiamo in questi giorni ripetere a proposito di una Carta Costituzionale da parte di chi non l’ha nemmeno letta. Altro che inferno!

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