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L’onorevole va ad Arcore ma viola la sorveglianza speciale

Di Rino Giacalone il . Lombardia, Sicilia

La «visita» fatta ad Arcore a fine
anno al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dall’ex vice
presidente della Regione Bartolo Pellegrino che ha detto gli voleva
fare di persona gli auguri di fine anno, ha provocato contro
quest’ultimo l’apertura di un fascicolo di indagine presso la Procura
di Trapani: l’accusa è quella di avere violato la sorveglianza
speciale cui è sottoposto. La scorsa settimana l’on. Pellegrino è
stato sentito dal pubblico ministero titolare del fascicolo, il
sostituto Andrea Tarondo come ha confermato anche il suo difensore,
l’avv. Vito Galluffo. 

Il legale ha precisato che il suo assistito si
è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ex parlamentare ha
avuto applicata la sorveglianza speciale per due anni dopo che il
Tribunale delle misure di prevenzione ha riconosciuto la sua
pericolosità sociale per via di tutta una serie di rapporti e
contatti con soggetti della criminalità mafiosa trapanese: contatti
che se nell’aula del Tribunale penale non hanno portato al
riconoscimento della contestazione avanzata dalla procura, concorso
esterno in associazione mafiosa (reato per il quale è stato assolto)
nella fase della prevenzione sono stati ritenuti seri e fondati. Tra
gli obblighi per l’on. Pellegrino quello di non allontanarsi dal suo
domicilio in un determinato orario, tra le 21 e le 7. Se non con
l’autorizzazione del Tribunale. 

Ora è accaduto che per andare ad
Arcore, l’on. Pellegrino ha «dimenticato» di chiedere
l’autorizzazione al Tribunale, credendo sufficiente la comunicazione
che risulta essere stata fatta (con tanto di specifica informazione
sulla sua destinazione e cioè la casa del presidente Berlusconi) al
competente comando dei Carabinieri. È per questa circostanza, per
non avere chiesto l’autorizzazione al Tribunale, unico competente a
rilasciarla, che adesso è finito sotto inchiesta. Tra gli episodi
sotto valutazione anche quello di una sua presenza per due giorni in
un albergo di Livorno e anche in questo caso in occasione di un
controllo da parte della Polizia non sarebbe stato
trovato.

L’indagine principale è scattata per una visita a
Berlusconi che Pellegrino ha voluto fare a pochi giorni dalla
sentenza che lo ha riguardato, pronunciata dal Tribunale di Trapani.
Visita che sembra alla fine non essere avvenuta, non per volontà di
Pellegrino ma per decisione del presidente Berlusconi perchè
impegnato alla fine non avrebbe ricevuto l’ex assessore regionale. La
conoscenza tra Pellegrino e Berlusconi è antica, ai tempi del famoso
ribaltone alla Regione Sicilia quando Pellegrino fece andare in crisi
il governo presieduto dal diessino Capodicasa. Anche nel corso del
processo che lo ha visto imputato Pellegrino ha parlato di
quell’incontro con Berlusconi a Palazzo Grazioli. Il giudizio penale
nei confronti di Pellegrino riguardava anche una accusa per il reato
di corruzione, per il quale i giudici hanno pronunciato sentenza di
prescrizione, cancellando l’aggravante mafiosa chiesta dal pm, ma
hanno condannato i due corruttori, con l’aggravante mafiosa, alla
pena di 5 anni.

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