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Caso Sat: adesso la palla passa alla Regione

Di Laura Galesi il . Sicilia

Un bacino di crisi costituito da tutti i lavoratori espulsi dalle aziende in crisi o fallite, o in concordato preventivo, così come il caso della SAT, per fare un progetto regionale ma che investa tutte le province siciliane. E’ la proposta di Fim e Fiom per fare fronte alla grave crisi della Sat. Vivono con poco più di 700 euro al mese, eppure, nonostante le continue proteste in Prefettura, la condizione dei lavoratori Sat è ancora grave. In una nota firmata dai segretari provinciali di Fim Cisl e Fiom Cgil Saro Pappalardo e Stefano Materia, viene chiesto “a tutta la politica ed a tutte le istituzioni locali un confronto mirato a mettere in campo strumenti di tutela dell’occupazione che prevedano la riqualificazione e la ricollocazione dei lavoratori metalmeccanici espulsi dal mondo del lavoro. In questi giorni stiamo vivendo una situazione drammatica, così come ce ne sono tante altre, legata al destino dei lavoratori della SAT di Aci S.Antonio.  Crediamo che la Regione Sicilia, unitamente alla Provincia Regionale di Catania ed al Comune di Catania debbano mettere in campo una politica atta a creare strumenti di tutela veri per reimmettere nel mondo del lavoro, velocemente, tutti questi lavoratori”. Il sindacato interviene nuovamente in coincidenza con un periodo di investimenti sull’energia alternativa: “Già durante la prima fase della vertenza legata ai lavoratori della SAT, avevamo iniziato un percorso, insieme alla task force al Lavoro della Provincia di Catania e ad un imprenditore locale, che prevedeva  un possibile investimento in questo settore. Nell’ambito dell’energia alternativa si possano creare dei bandi pubblici per iniziare un progetto di installazione di impianti fotovoltaici utilizzando i tetti della Regione, delle province e dei comuni, per dare lavoro ad imprenditori locali, che a loro volta dovrebbero attingere ai lavoratori di questo bacino di crisi. Ciò potrebbe garantire almeno due decenni di lavoro continuo visto che le aziende dovranno garantire la manutenzione degli impianti per almeno un ventennio”. Il Comune di Catania aveva, qualche anno fa, iniziato un progetto simile denominato “comune solarizzato”, attraverso un bando pubblico per dare risposta ad un progetto di riqualificazione e ricollocazione di lavoratori ex LSU, ma che poi, purtroppo, si è arenato”. E’ stato inoltre chiesto, nel corso di un incontro in Prefettura a cui hanno partecipato anche Uilm e Uglm, un intervento nei confronti del Tribunale di Catania affinché venga prorogata la cassintegrazione straordinaria per i lavoratori Sat e attivato un “tavolo permanente” a cui partecipino i sindaci di Catania e di Aci s. Antonio e gli assessori regionali all’Industria e all’Energia.

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