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Rostagno, una rivoluzione per i diritti

Di Norma Ferrara il . Puglia, Sicilia

 Dalla primavera di Bari a quella di Trapani. Corre sull’asse della memoria il ricordo del “rivoluzionario” Mauro Rostagno. Ex del movimento studentesco a Trento, fondatore di Lotta Continua, animatore di numerose battaglie, movimenti per i diritti e la cultura della legalità. La  libertà. Nel secondo appuntamento della rassegna culturale “La primavera dei diritti” i giovani delle scuole della provincia di Bari hanno avuto l’occasione di incontrare la storia di Rostagno attraverso la visione del documentario “Una voce nel vento” e il successivo  dibattito animato da Carla Rostagno, sorella di Mauro, Rosario Crocetta, europarlamentare coordinato dalla docente universitaria  Francesca Recchia Luciani (in collaborazione con Libera).

Quella di Mauro è  la storia di un uomo scomodo, un giornalista scomodo, ucciso dalla mafia. Attraverso le telecamere della piccola emittente privata RTC di Trapani, per cui lavorava, Rostagno, “senza peli sulla lingua” – come ha sottolineato la sorella Carla – toccava cose, argomenti e persone che non dovevano essere toccati. Senza alcun timore reverenziale nei confronti di politici, uomini di potere e imprenditori, faceva nomi e cognomi di mafiosi e di quanti erano collusi con la mafia, spesso persone insospettabili”.

Un uomo, con la “schiena dritta” che, con il suo vestito bianco e senza nessun bavaglio raccontava con una particolare capacità comunicativa e un bagaglio culturale incisivo quello che era noto ma non si soleva dire in pubblico si era conquistato l’attenzione dei trapanesi.  Questa esposizione mediatica, questa attenzione al territorio e ai cittadini, questa presenza politica (nel senso più alto del termine), quasi rivoluzionaria, è stata la causa del suo assassinio avvenuto il 26 settembre del 1988.  “Oggi – ha sottolinenato l’europarlamentare Crocetta – la natura mafiosa del delitto è stata accertata, ma questo non basta. Bisogna scoprire quali sono stati i mandanti. Parte dell’inchiesta va ancora sviluppata, però bisogna dare atto che nonostante la lentezza si è arrivati a svelare parte della verità, e adesso si deve continuare a fare luce denunciando gli intrecci della sottocultura che non accetta l’altro, il diverso da sé intrecciando la battaglia per la cultura della legalità a quella per il riconoscimento dei diritti civili senza distinzione”.

Una morte ancora lontata dal raggiungimento della piena verità.  In questi 21 anni di indagini traballanti, incerte, oggetto talvolta di depistaggi, si continua ad avere la sensazione che qualcosa non torni. La matrice mafiosa del delitto è stata accertata da una perizia balistica giunta, finalmente dopo tanti anni per merito della  squadra mobile di Trapani; ad oggi  non si conoscono ancora i nomi dei killer che quella notte spararono, nè le coperture, le collusioni e le convergenze di interessi che hanno reso questo delitto un vero rompicapo giudiziario;  fatto di molteplici piste d’indagine ma nessun processo.

Molti anni dopo di Rostagno resta il sacrificio civile di un uomo cui la giustizia non ha ancora pienamente risposto.  “Nessuno di noi può conoscere gli anni di vita che avrà ma possiamo scegliere la qualità di questa vita!”. Questo diceva spesso mio fratello – commenta Carla Rostagno – e io oggi non voglio ricordare questa vicenda come una storia triste. Per quanto breve Mauro ha cercato di vivere pienamente la vita che gli è stata data e così voglio ricordarla”.  Un testimone che la sorella di Mauro, passa ai giovani in sala e nel resto del Paese, da Bari a Trapani, in particolare, dove il prossimo 27 febbraio più di 600 giovani porteranno a termine il percorso dedicato alla memoria del giornalista Mauro Rostagno. Un concorso di giornalismo scolastico nato per avvicinare gli studenti trapanesi ai temi della legalità e del contrasto alle mafie in difesa dei propri diritti.

“La rivoluzione oggi è qui a Trapani contro la mafia”, diceva Rostagno. 21 anni dopo quella battaglia assume sempre più i contorni di una rivoluzione per i diritti.

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