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Una marcia per Attilio

Di Norma Ferrara il . Lazio, Sicilia

Un corteo silenzioso e composto che ha attraversato le vie di Viterbo con uno striscione con la foto di Attilio e la scritta “E’ ora di sapere”. Attilio Manca aveva 36 anni quando è morto, il 12 febbraio di sei anni fa. Da due, lavorava a Belcolle, in qualità di urologo, nell’équipe del professor Antonio Rizzotto. Rose bianche e rosse. Le hanno lasciate ieri sotto la Prefettura di Viterbo Angela e Gianluca Manca, madre e fratello di Attilio Manca, il medico trovato cadavere, in circostanze mai chiarite, nel suo appartamento a Viterbo. Un suicidio, così è stata archiviata per la terza volta la morte dell’urologo di Barcellona pozzo di Gotto (Me), che secondo molti invece, sarebbe stato ucciso perchè testimone scomodo della latitanza di Provenzano (leggi qui gli approfondimenti sul caso Manca 1 2). 
Per questo, proprio ieri, in collaborazione con l’associazione nazionale Familiari vittime di mafia e l’associazione culturale I grilli del pigneto, hanno organizzato un corteo in memoria del giovane medico,  partito da piazza del Comune, dove sono state deposte le rose bianche per Attilio, per poi concludersi a via Saffi, sotto a Palazzo Gentili, dove si è tenuto un convegno alla presenza dell’europarlamentare Idv Sonia Alfano e di Giuseppe Lumia, membro della commissione parlamentare antimafia.
“Mio figlio non cadrà mai nell’oblio – ha detto la signora Manca -. Non finché saremo in vita io e mio marito. Abbiamo dalla nostra parte molti giovani e il sostegno di numerose associazioni. Ma nonostante questo, c’è ancora chi tenta di infangare la memoria di Attilio. Soprattutto a Barcellona Pozzo di Gotto, la città in cui viviamo”.  Nel novembre 2009 la procura della Repubblica di Viterbo ha chiesto, per la terza volta, l’archiviazione del caso. E per la terza volta, la famiglia Manca, rappresentata dall’avvocato Fabio Repici, si è opposta.Ora, non resta che attendere l’ennesima udienza.  L’ennesima morte misteriosa di un cittadino di Barcellona pozzo di Gotto, sul quale scende il silenzio del paese, delle procure e talvolta dell’informazione. 

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