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Beni confiscati nel Lazio, Boncoraglio direttore dell’agenzia Abecol

Fonte: Ansa il . Lazio

Vincenzo Boncoraglio, attuale
direttore regionale Affari Istituzionali Enti Locali e della
Sicurezza della Regione Lazio, Prefetto, già Questore di
Viterbo, Firenze e Milano, è stato nominato direttore dell’
Abecol – Agenzia regionale per i beni confiscati alle
organizzazioni criminali nel Lazio. La nomina, proposta dell’
assessore alle Politiche sociali e delle sicurezze Luigina Di
Liegro è stata approvata ieri dalla giunta regionale.
«Sono entusiasta di questa nomina – ha dichiarato Di Liegro
– per le qualità professionali e personali del direttore
Boncoraglio con il quale fin dai primi giorni del mio mandato,
abbiamo lavorato in sintonia per l’istituzione dell’Abecol.

Il
lavoro del Direttore sarà fondamentale per mettere in immediata
operatività l’Agenzia, che sarà uno strumento fondamentale per
trasformare la ricchezza delle mafie in un’opportunità di
inclusione e sviluppo sociale per i cittadini. Anche la proposta
del Ministro degli Interni Maroni di istituire un’Agenzia
nazionale, non può prescindere, per essere efficace e
rispondere ai reali bisogni che emergono dai territori, di
interfacciarsi con la Regione Lazio e gli enti locali che sono
titolari della programmazione e della attuazione degli
interventi in materia socio-sanitaria, assistenziale e di
sviluppo del territorio».
Una nomina, ha detto il consigliere Fabrizio Cirilli che ha
fortemente sostenuto la costituzione dell’Abecol, «è la
dimostrazione che la Regione sta portando avanti fattivamente la
lotta contro le mafie. La nomina del prefetto Boncoraglio, che
stimo come illustre esperto del settore, non prevedendo alcuna
retribuzione è in linea, inoltre, con l’intento della Regione
di evitare ulteriori nomine che gravino sulla nostra
amministrazione».
Un plauso alla nomina di Boncoraglio è venuto anche dal
consigliere Enrico Fontana.

«Un passo avanti importante – ha
detto – per rendere operativo un percorso iniziato con una legge
approvata all’unanimità. I beni criminali potranno divenire
un’opportunità di lavoro e veri e propri presidi di legalità.
Quello che avrebbe voluto Pio La Torre

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