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MAFIA – Un diritto sapere, un dovere informare

Di Alessandra Pinna (viterbooggi.it) il . Lazio

Aumenta il rischio di infiltrazioni mafiose nel Lazio. Dopo i casi di Fondi e Nettuno, dove è stata accerta la presenta di alcuni personaggi legati alle organizzazioni criminali all’interno dei Comuni, la possibilità che nel territorio laziale possano verificarsi casi simili è alta. Questo è il dato emerso dal convegno “Parole e mafie. Informazione, silenzi, omertà” nato dalla collaborazione fra la Casa della legalità, l’Osservatorio Regionale sulla sicurezza e Libera Informazione,tenuto oggi, 3 novembre, in Provincia, al quale hanno partecipato  Angela Napoli membro del Pdl della commissione parlamentare Antimafia, L’assessore alle politiche sociali e della sicurezza della Regione Lazio, Luigina Di Liegro, Antonio Turri di Libera, Lorenzo Frigerio di Libera Informazione e Vincenzo Boncoraglio della direzione istituzionale enti locali – sicurezza della Regione Lazio.

Durante gli interventi, è stato sottolinato il fatto che le organizzazioni criminali in questo periodo si sono raffinate dal punto di vista culturale, ciò ha permesso una maggiore infiltrazione sia nei territori che storicamente non hanno avuto nessun legame con alcun tipo di mafia, sia negli ambiti nei quali è necessario un certo tipo di istruzione, come l’edilizia gli appalti o lo smaltimento dei rifiuti. Il pericolo del Lazio è la cosiddetta “Mafia e cicoria” o “Mafia nostrana” – ha affermato Turri – nata dall’organizzazione in clan di personaggi laziali che intrattengono rapporti con le grandi organizzazioni criminali. Un convegno organizzato anche per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni. “Solo con la promozione della cultura della legalità è facile capire e combattere la mafia” – ha affermato la Di Liegro.

Dello stesso parere anche Angela Napoli, da sei anni sotto scorta, la parlamentare ha parlato della sua proposta  di cancellazione dell’emendamento che consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie, in commissione Giustizia che però è stata bocciata. Secondo la Napoli, proprio la confisca dei beni ai mafiosi e il riutilizzo di questi da parte di associazioni e comuni, potrebbe essere alla base della sconfitta delle organizzazioni criminali.

Un lavoro con le istituzione e i cittadini affinchè, Viterbo in questo specifico caso, ma anche tante altre regioni dell’Italia non vengano inquinate dalla mano della mafia.

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