Arrestato latitante del clan Santapaola
Era appena sbarcato a Porto Torres dalla nave proveniente da
Barcellona, Lorenzo Saitta, 34 anni, esponente di spicco del clan
mafioso dei Santapaola, latitante dal 2008, quando gli uomini della
Guardia di Finanza e della Squadra Mobile di Sassari lo hanno bloccato
e arrestato.
L’uomo, appartenente alla cellula militare dell’associazione mafiosa
catanese, è stato fermato per un controllo dalle Fiamme Gialle mentre
saliva su un taxi con la moglie e le due figlie piccole. A tradire il
latitante, conosciuto anche col soprannome di ‘u scheletro’, che era in
possesso di documenti falsi intestati a Sebastiano Cardillo, il
nervosismo della moglie e il ritrovamento nei bagagli di 7800 euro in
contanti e di due spinelli. Gli uomini delle Guardia di Finanza, dopo
aver scoperto che la donna fermata era Sebastiana Musumeci, 30 anni, di
Catania, era la consorte di Saitta, hanno chiesto la collaborazione
della Mobile di Sassari. Sebastiana Musumeci era destinataria di un
avviso di conclusione indagini per aver portato della droga in carcere
al marito durante una detenzione. Da lì alla scoperta della vera
identità di Lorenzo Saitta, alias Sebastiano Cardillo, il passo è stato
breve. Il latitante aveva intenzione di raggiungere Alghero con la
famiglia per poi noleggiare un’auto con cui raggiungere Cagliari, da
dove si sarebbe dovuto imbarcare sul traghetto per Palermo. Saitta era
ricercato perché destinatario di due provvedimenti restrittivi della
Procura di Torino del 2001 per ricettazione, sostituzione di persona e
possesso di documenti falsi, e di Catania per violazione della
sorveglianza speciale. Il dirigente della Mobile Giusi Stellino e il
comandante della tenenza della Guardia di Finanza di Porto Torres,
tenente Michele Milazzo hanno spiegato che l’uomo era coinvolto in
un’associazione criminale finalizzata al traffico internazionale di
armi e droga ed era stato condannato in primo grado a 11 anni e 6 mesi
per associazione mafiosa dalla corte d’assise di Catania e sottoposto
alle restrizioni del 416 bis. Era stato scarcerato a Catania nel 2006
per l’indulto ed era nel frattempo aveva fatto perdere le proprie
tracce, tanto da far pensare di essere stato vittima della ‘lupara
bianca’.
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