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Facciamo festa nei beni confiscati

Di Pietro Nardiello* il . Campania

Raccontare il bello de “Le Terre di Don Peppe Diana”,
il sacerdote barbaramente ucciso dalla camorra quindici anni or sono,
chiamando a raduno le comunità di cittadini dei paesi del Sud, dove
anche il disordine urbano è frutto di approssimata disorganizzazione,
proprio in quei luoghi dove i boss programmavano spedizioni di morte e
la distruzione totale di queste contrade, diventate in pochi anni terre
infelix, poteva apparire una pazzia o un sogno velleitario.

Invece il sogno è diventato realtà e la pazzia
raziocinio ed i luoghi, il più delle volte rimasti ingiustificatamente
inutilizzati, nonostante in alcuni casi fiumi di denaro pubblico siano
stati spesi per faraoniche ristrutturazioni, sono stati aperti per
farvi affluire intellighentie e persone semplici che mai avevano osato
neppure osservarli dall’esterno nemmeno all’indomani della
riappropriazione di essi da parte dello Stato.

Un Festival dell’Impegno Civile
nei beni confiscati alla criminalità, l’unico in Italia, organizzato
per fare di queste strutture laboratori di idee e fucine di pensiero,
per offrire spazi di aggregazione proprio dove il nulla rappresenta
l’unica materia da plasmare. Abbiamo scommesso su pochissime certezze,
la capacità di ognuno di noi, e pochi denari, concessi da
quell’imprenditoria sana presente su questi territori e sull’aiuto di
tanti amici che, ognuno per le proprie competenze e capacità, hanno
contribuito alla realizzazione di questa kermesse che dal 19 al 21
giugno prossimo (info www.liberacaserta.org)
giunge alla seconda edizione preceduta, addirittura, da un pre festival
che per la prima volta ci porterà anche in giro per la regione Campania
dai quartieri spagnoli di Napoli alla cittadina di Quindici.

Fare festa all’interno dei beni confiscati con l’arte,
la musica, il teatro per un impegno civile che non vuole “gridare
contro” ma semplicemente contribuire alla costruzione di una comunità
alternativa che poggi le proprie basi sulla cultura ed il lavoro.
Quest’anno, addirittura, le due fattorie di Castel Volturno e Cancello
e Arnone, dove si svolgeranno i due momenti inaugurali, saranno le
stesse che da qui a qualche mese ospiteranno la prima cooperativa
campana di “Libera Terra” che produrrà “la mozzarella giusta”.
Agli organi di informazione, che spesso fuggono dalle giuste inchieste
e dal racconto delle vere storie, adesso spetta il compito di
amplificare quanto continuerà ad avvenire in quei luoghi i cui
proprietari, per alcuni casi, non sono stati ancora assicurati alla
giustizia.

Le mafie preferiscono per affermarsi, non solo
accumulare capitali ma diffondere la cultura della violenza impedendo
la divulgazione di parole e idee. Per contrastarle, allora, quando non
sono i colpi di arma da fuoco a fare rumore, è necessario accendere i
riflettori mediatici anche sui beni confiscati, patrimoni che questo
Festival vuole contribuire a rendere luoghi di crescita ed
emancipazione affinché si possa, con orgoglio, dare il benvenuto nelle
Terre di Don Peppe Diana.

*direttore artistico del Festival di Impegno Civile “Le Terre di Don Peppe Diana”

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