NEWS

Metapontino, terra di frontiera

Di Stefano Fantino il . Basilicata

«Il Metapontino, a cavallo tra Puglia e Calabria, è sempre stato un grande snodo di investimento di capitali e per molti anni crocevia se non sito finale per il traffico di rifiuti». Marcello Cozzi, referente lucano di Libera rimarca subito l’impronta particolarmente viva che l’economia e gli interessi finanziari hanno in quella parte della provincia di Matera che si trova sullo Ionio.  Lì dove si trova anche Scanzano Jonico, pochi chilometri a nord dell’estrema propaggine della provincia di Cosenza. Non si hanno prove, non elementi certi ma qualcosa di poco lineare e comprensibile si sta muovendo a Scanzano. Una cittadina che conta poco più di settemila abitanti, capace tuttavia di assistere nell’ultimo anno a una preoccupante escalation di attentati dolosi ad aziende agricole. Nove negli ultimi tredici mesi. Pochi come valore assoluto, decisamente rilevanti per una piccola comunità come quella materana.  

La riscossa della società 

La mobilitazione ”Riprendiamoci il Metapontino!” ha portato in piazza giovedì scorso qualche centina di persone per portare la solidarietà della cittadina e della comunità lucana intera agli imprenditori agricoli vittime degli attentati intimidatori, molto spesso incendi, che hanno danneggiato le aziende ortofrutticole della costiera ionica materana. La presenza è stata importante da parte della gente e delle scolaresche, decisamente insufficiente da parte delle istituzioni locali, fatta eccezione per il comune di Bernalda, il sindaco di Colobraro, Andrea Bernardo e l’intera maggioranza di Scanzano, guidata dal sindaco Iacobellis.  Ce lo conferma Franco De Vincenzis, referente materano dell’associazione Libera: «Pur essendo un giorno feriale e contando qualche assenza istituzionale è andata molto bene. Importante aver tenuto la manifestazione a Scanzano, comune colpito dagli incendi e al contempo terra per un lungo periodo di illegalità, e ora invasa da almeno duecento persone compresi studenti di agraria, sensibili alle vicende che hanno visto colpiti gli imprenditori del settore agricolo». Durante la mobilitazione ha effettuato un intervento telefonico anche il ristoratore di Scanzano, trapiantato a Berlino, Pino Bianco, che ha denunciato di recente i criminali che in Germania volevano taglieggiarlo. Una operazione che in terra materana spesso non attira consensi. «Sul denunciare eventuale racket c’è spesso difficoltà – racconta De Vincenzis -sarebbe molto più semplice se si vedesse chiaramente che nelle istituzioni si possono trovare delle “sponde”. Altrimenti la poca fiducia porterà a non confidare nell’operato delle forze dell’ordine. Ricordiamo la situazione di questo comune: qualche anno fa a Scanzano furono scoperti brogli elettorali, anche documentati in alcuni casi da video registrati ma sembra che gli accertamenti non riconducano a una inchiesta giudiziaria ben precisa».  

Scanzano Jonico tra politica, scorie e incendi 

Scanzano e gli incendi. Ora. Scanzano e la politica. Fino a qualche anno fa era questo il binomio da tenere a mente da queste parti. Fino all’arresto di Mario Altieri, sindaco di An, finito in manette nel 2005 con una girandole di accuse, tra cui corruzione, concussione, violenza privata e violazione della legge elettorale. Senza dimenticare che solo sei anni fa l’area metapontina venne individuata come luogo unico di stoccaggio delle scorie radioattive dal governo, decisione poi ritirata. Dopo svariate proteste della gente del luogo. Qualche anno dopo, un’altro gesto di “grande valore”, così almeno dice l’attuale sindaco Jacobellis: andare a votare in una situazione tesa, per l’elezione del nuovo amministratore.  «Dopo dieci anni di governo di centro-destra si andò alle elezioni per votare quello che sarebbe stato il nuovo sindaco; – dice Jacobellis al telefono – eravamo in un clima militarizzato con camionette della polizia fuori dai seggi. Un clima di tensione che metteva alla prova chi andando a votare e scegliendo di farlo, avrebbe dato una preferenza a noi, che poi saremmo risultati eletti». Dal momento della sua elezione il sindaco ha cercato di improntare un discorso politico e democratico «fatto di trasparenza» al gioco dei favori e degli scambi che vigevano in precedenza. «Se prima una concessione edilizia era concessa in “carta bianca” ora si è provvisto a tagliare alcuni circuiti economici, suscitando, come pareva chiaro attendersi, anche qualche reazione». Il sindaco si riferisce a quella lettera, del maggio 2007, recapitatagli per aver fatto un certo “sgarro al Santo”. Il contenuto, due proiettili, 7,65.  

Ma la voglia di andare avanti c’è, come la lucidità nell’analizzare gli “strani” attentanti alle aziende agricole: «Io ho una mia idea a riguardo, ovviamente, anche se molto spesso predico nel deserto. La criminalità spicciola nella nostra zona è stata debellata negli anni ’90. Ora noi ci troviamo di fronte ad alcune eccellenze agricole molto sviluppate che fungono da piattaforma logistica creando un “giro” economico molto rilevanti e attirando interessi dietro di loro». La filiera che sta dietro a queste aziende, anche grandi ha permesso di attirare l’interesse: «Anche se si tende a minimizzare non è da escludere che dietro questi incendi ci siano interessi economici che vengono attizzati tramite l’uso di manovalanza criminale del luogo sempre pronta, anche a poco prezzo, a prestare i propri servizi. Nel caso si saldino questo elemento economico e questo elemento criminale, sarebbe davvero un dramma».

La difficoltà è quella di evitare che si minimizzi un problema reale, continua Jacobellis: «Nessun imprenditore ha detto qualcosa a riguardo, solo la CIA ha preso posizione.La questura è molto attenta, ma la prefettura ad esempio deve fare di più». Ricordiamo che la Prefettura di Matera ha riunito a inizio aprile il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per esaminare il fenomeno del racket nel Metapontino, facendo appello alla massima collaborazione delle imprese e delle vittime perche’ nonostante il potenziamento dei servizi di controllo e prevenzione non sono emersi obiettivi elementi di riscontro forniti dalle vittime alle forze dell’ordine. «Sono state applicate delle telecamere che monitorano gli ingressi dalla Calabria, sentore che la Prefettura ha una pista da seguire», conclude Jacobellis. 

Terra di interessi trasversali  

Piccole e medie imprese vittime di racket e usura. Per Don Marcello Cozzi è questo un target molto appetibile e il settore agricolo non è alieno a queste realtà. «Pensare a una decina di attentati incendiari in dodici mesi nel Metapontino non significa ricondurre tutti gli attentati al racket, anzi per la maggior parte si capisce quale sia la strada da prendere per comprenderne l’origine dolosa. Tuttavia alcuni punti fermi riguardanti la situazione della costiera ionica possono far capire la necessità di non abbassare la guardia su quei territori». Il collocamento geografico è lo spunto da cui partire per iniziare a capire. Così ci dice il referente lucano di Libera: «Il metapontino in quanto snodo tra Calabria e Puglia è sempre stato uno snodo di investimenti e acquisti di prodotti, dove aziende anche meridionali hanno investito economicamente. Ma non solo questo. Il grande business dei villaggi turistici, maggiore rispetto a quello agricolo, potrebbe aver avuto la necessità di levar dal mercato aziende agricole per far spazio ai residence sul mare».

Solo supposizioni, ma necessarie, alla luce della grande quantità di denaro in ballo. E supportate da una pericolosa coincidenza temporale che potrebbe fornire alle organizzazioni esterne alla regione un supporto non solo armato ma anche logistico e strutturale: «In questo periodo sono usciti o usciranno di prigione quasi tutti i condannati al 416 bis». Una occasione ghiotta per ricostruire e foraggia
re una struttura organizzata locale, su cui monitorare attentamente.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link