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Justice for Daphne

#60 DaphneIl 16 ottobre 2017 a Malta viene uccisa la giornalista Daphne Caruana Galizia. La sua auto salta per aria, a poca distanza dalla casa di famiglia.

Daphne curava un suo blog, “Running Commentary”, sul quale pubblicava suoi articoli di denuncia contro la corruzione politica e l’omertà dilagante, tanto a livello di istituzioni, quanto a livello di cittadinanza.

La storia di Daphne è la storia di Malta, un angolo d’Europa, dove stanno accadendo fatti che mettono in discussione l’intera comunità europea: dalla vendita dei passaporti che consentono l’acquisto della cittadinanza comunitaria a soggetti discutibili e border line, al riciclaggio di ingenti quantità di denaro, al proliferare del gioco d’azzardo e altri business illegali, oggetto di appetiti criminali.

Dopo un anno e in attesa del processo ai tre dei presunti assassini che sono stati catturati, grazie alla collaborazione della FBI e dell’Interpol, il Governo non ha ancora dimostrato di voler andare fino in fondo nella ricerca di verità, anche perché questo significherebbe chiarire i rapporti oscuri tra alcuni membri del suo gabinetto e gli esecutori dell’omicidio di Daphne, oltre ad alzare una volta per tutte il velo sulla corruzione diffusa nell’isola.

The Daphne Project

Il modo migliore per onorare la memoria di un giornalista è continuare il suo lavoro. È per questo che 18 testate giornalistiche di tutto il mondo, tra cui Repubblica, unico giornale italiano, hanno deciso dopo l’assassinio della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia di dare vita al consorzio “Daphne Project”. Riprendendo i fili delle sue inchieste. E portando avanti le sue storie. Lo hanno fatto in un’inchiesta collettiva durata cinque mesi che sarà pubblicata nelle prossime settimane da tutte le testate che hanno partecipato al progetto.

L’appello di Amnesty: vogliamo giustizia

Un anno dopo la sua uccisione, le autorità maltesi devono ancora indagare su tutte le circostanze della sua morte, incluso chi potrebbe aver ordinato l’omicidio, perché e se avrebbe potuto essere protetta meglio. Aiutaci con la tua firma a chiedere un’indagine pubblica indipendente ed efficace per accertare la verità.

Cerchiamo i mandanti con Daphne Caruana Galizia

“There are crooks everywhere you look now. The situation is desperate”, “Ci sono criminali ovunque si guardi ora. La situazione è disperata”. Con queste parole Daphne chiudeva il suo ultimo post, quello pubblicato prima di essere uccisa. Una terribile invettiva che ora suona come una drammatica profezia sul proprio destino. La vicenda di Daphne non può passare sotto silenzio e ne abbiamo iniziato a scrivere proprio nel percorso d’avvicinamento al 16 ottobre 2018, primo anniversario, che ha visto una straordinaria mobilitazione locale e in tanti appelli a livello europeo. Con altri giornalisti del servizio pubblico, della carta stampata, del web abbiamo promosso un appello pubblico per chiedere giustizia per Daphne e continueremo a seguire il caso nei suoi sviluppi.

A Malta i funerali di Daphne Caruana Galizia, Fnsi

L’isola assassina

Raccontiamoci le mafie 2018: intervista al giornalista Carlo Bonini

Emergenza #Malta, Maria Grazia Mazzola

Daphne Caruana Galizia: vogliamo i nomi dei mandanti

Appello per Daphne, conferenza stampa il 12 ottobre

Justice for Daphne Caruana Galizia, Radio Radicale

A Malta nel nome di Daphne Caruana Galizia, Maria Grazia Mazzola

Rai Uno: Daphne la Patriota

Per Daphne Caruana Galizia, cerchiamo i mandanti, Maria Grazia Mazzola

One year since Daphne’s death, Manuel Delia

Un anno senza Daphne: «Continuiamo a chiedere verità e giustizia», Fnsi

Daphne Caruana Galizia, “We are not alone”, Manuel Delia

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

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Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

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