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Il viaggio Libera Idee a Catania

Giacomo Carpinteri il . Sicilia

Liberaidee CT

Giovedì 16 maggio, dopo un’inconsueta pioggia, nell’aula magna del dipartimento di Economia dell’Università di Catania, è stato presentato Liberaidee, il rapporto sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione. Ci si è focalizzati principalmente su tre tematiche: Aziende confiscate, Informazione e Memoria. La scelta dei primi 2 temi è stata quasi obbligata in una città come Catania, che vede il giornale della città “La Sicilia” confiscato e diverse intimidazioni a giornalisti locali.

Umberto Di Maggio, Libera, nel presentare i dati, ha evidenziato come i più giovani siano quelli che affermano di non partecipare ad attività antimafia e, in relazione ai beni confiscati, siano favorevoli alla vendita per una sorta di “ansia del riutilizzo”, ansia legata alla scarsa conoscenza dei progetti di riutilizzo sociale. In generale si pone il problema di trovare degli esempi, esigenza cui la memoria può sopperire, e dei luoghi d’informazione. Emerge, quindi, il dovere di un’associazione come Libera di impegnarsi ancora per coinvolgere maggiormente i giovani e per mostrare loro come il riutilizzo sociale non sia un costo ma un vantaggio, anche economico.

Il prof. Maurizio Caserta, ordinario di Economia politica, ha aperto il suo intervento con una tesi: la protezione, sia essa legale, come potrebbe essere l’amministrazione di un bene confiscato, sia essa illegale, come la presenza di elementi mafiosi, nuoce alle imprese. Questo perché non vengono sviluppate le capacità necessarie a restare nel mercato, cosicché al venire meno della protezione vengono eliminate da una sorta di procedimento di selezione naturale. Questo processo, però, può essere molto doloroso poiché vengono meno capitali e posti di lavoro, che nell’attuale sistema economico non sono riassorbiti. Nella conclusione dell’intervento, se da un lato si è evidenziata l’importanza di procedure d’allerta, dall’altro si è auspicato il supporto di imprese confiscate che abbiano il potenziale per restare nel mercato.

Antonello Piraneo, direttore de “La Sicilia”, ha raccontato le difficoltà e le aspirazioni di un giornale che, tra le difficoltà proprie del settore e quelle legate al procedimento di amministrazione, cui è oggetto in forza della confisca, sta cercando di rimettersi in piedi. Oltre a evidenziare quale grave danno colpirebbe la città se venisse chiuso il giornale, economico per quanto riguarda la perdita di posti di lavoro non solo della redazione ma anche e, soprattutto, di tutte le maestranze, e sociale, per la perdita di una fonte d’informazione locale, che verrebbe assorbito da altre testate, ha ricordato che è necessario riaffermare l’idea che l’informazione vada pagata per gratificare il lavoro che vi è dietro la scrittura di quella notizia.

Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, ha concluso la conferenza ricordando come suo padre, Mario Francese, fosse stato ucciso perché in grado di capire la strategia corleonese prima che si concretizzasse. Nei quarant’anni successivi al suo omicidio si sono avuti strumenti rivoluzionari come internet. Nonostante ciò ha rilevato un “appiattimento dell’informazione” legato proprio alle notizie online, che difficilmente approfondiscono una questione.

A questo si affianca l’attacco alla professione da parte di molti settori della società, compreso quello politico. Il giornalista viene considerato ancora parte di una casta e l’opinione pubblica finge di non vedere i vari rischi del mestiere, ancora presenti. Si è, infine, fatto accenno all’odiosa pratica della querela temeraria, strumento di ricatto contro un giornalista, alla cui tutela dovrebbe provvedere un progetto di legge fermo in Parlamento da qualche anno.

Terminata la conferenza la presentazione del rapporto è continuata presso il Teatro Coppola, teatro occupato da un gruppo di artisti che ha fatto in modo che quel luogo sia fruibile dalla cittadinanza. Alternando musica, video e letture, l’attenzione è stata posta sul confronto tra dati nazionali e dati regionali, il tutto accompagnato da una degustazione di prodotti Libera Terra.

Liberaidee: il viaggio in Umbria

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