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“Applicare e difendere la Costituzione”

di redazione il . Lazio

Nasce un fronte, un movimento “che vuole riappropriarsi della Costituzione”, sostenuto dalle  decine di migliaia (le stime parlano di 50 mila ) arrivati da tutta Italia alla manifestazione “La Costituzione: la via maestra”. Una giornata di un percorso che chiede l’applicazione della Carta Costituzionale e la sua difesa dai tentativi di cambiarla, attraverso procedure non previste dai padri costituenti. La giornata è stata  promossa da Don Luigi Ciotti, Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Gustavo Zagrebelsky e Lorenza Carlassarre (firmatari di un appello per la Costituzione).  Dall’Emilia – Romagna, alla Sicilia, dalla Calabria alla Lombardia, sono arrivati per dire che la “Costituzione è ancora il riferimento principale per  tutti noi” spiega  Elena giunta a Roma da Bologna a rivendicare il diritto costituzionale ad una istruzione pubblica e ad un lavoro stabile. Precaria della scuola da oltre dieci anni, ancora lontana spiega “oggi hanno smantellato, pezzo per pezzo, quello che un tempo era un fiore all’occhiello del nostro modello di società. Questo ha portato non solo precarietà lavorativa per chi insegna ma anche una istruzione sempre meno efficace, sempre meno certa e meno accessibile per i nostri ragazzi. Senza contare, inoltre, che dopo questi percorsi di studio il lavoro è sempre più un miraggio”. Gli articoli della Costituzione che tutelano il diritto allo studio, alla salute, ad una economia che rispetti l’ambiente, alla cura e difesa del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese e molti altri diritti garantiti dalla Costituzione sono stati al centro degli interventi che si sono avvicendati sul palco della manifestazione . Un corteo che ha riempito quasi subito dopo la partenza del corteo, via sistina e infine Piazza del Popolo:“un risultato – dice Maurizio Landini, durante il corteo – che inizialmente non ci attendevamo ma che nelle ultime riunioni in giro per i territori avevamo invece intuito fosse possibile”. In piazza, oggi a Roma, per  lanciare un allarme concreto contro i provvedimenti  del Governo delle “larghe intese” che provano, aggirando l’articolo 138 – quello che stabilisce in che modo può e deve essere cambiata la Costituzione – a modificare la Costituzione.

Di sana e robusta Costituzione.

“La Costituzione non tutela diritti che appartengono solo a chi è italiano ma che sono universali, riguardano la persona, gli individui in quanto tali”. Con le immagini della tragedia di Lampedusa ancora negli occhi, ad aprire gli interventi de “La Costituzione: la via maestra” è proprio Edda Pando della rete antirazzista, a ricordare il valore “universale e profondo di una Costituzione che sentiamo nostra, anche per chi non è ancora cittadino italiano”. La storia di chi arriva in Italia – spiega Elena – è la storia di migrazioni, che ci sono sempre state e ci saranno sempre ma la Costituzione garantisce uguali diritti a tutti “e noi siamo qui non solo a difenderla ma anche a chiedere che venga applicata: se venisse attuata infatti non potrebbero coesistere – come accaduto – leggi come la Bossi – Fini”.  Il diritto alla salute è uno degli articoli violati della Costituzione, spiega subito dopo Cecilia Strada di “Emergency” l’Italia ha scritto nella sua Costituzione che ripudia la guerra, eppure la guerra l’Italia la fa. E non solo: da alcuni anni – con Emergency – ci stiamo occupando di chi non può permettersi di pagare il ticket per avere le cure negli ospedali pubblici qui in Italia. Politiche sbagliate incidono sulla vita delle persone: infatti si investono miliardi per armamenti  (70 miliardi al giorno, 3 mliardi all’ora) e  si taglia su sanità e sociale. Per quanto ancora potremo andare avanti cosi?” Come Emergency chiediamo che vengano ripristinate le priorità, soprattutto in un periodo come questo, per ricostruire proprio la dignità sociale delle persone”. Ma quali sono i rischi in atto per la Carta Costituzionale in questo momento nel nostro Paese? A spiegarlo molti costituzionalisti, fra loro, Gustavo Zagrebelsky, che ha esordito invitando la piazza a “non pronunciare parole sopra le righe”. “La nostra forza – ha aggiunto – è il fatto che siamo determinati e moderati”. “Dicono che la Carta Costituzionale non sia adatta a governare, mi chiedo se non siano loro quelli non adatti a governare… – ha commentato”.  I padri costituenti, spiega il costituzionalista, hanno introdotto l’articolo 138 proprio per evitare che in futuro – “magari in un periodo in cui il paese fosse meno “sano” – qualcuno potesse stravolgere o violare il modello di società che la Costituzione promuove, difende e indica”. Un appello, quello in difesa della Costituzione, che ha trovato già da mesi sostegno in due testate giornalistiche come “La Repubblica” e il “Fatto Quotidiano”: sul palco  Giovanni Valentini per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e la coppia Padellaro –Travaglio per il  “Fatto Quotidiano”. Il giorno dopo la mobilitazione della scuola, sono arrivati a Roma da tutta Italia  per portare il loro contributo a difesa della Carta anche i ragazzi dei movimenti e sindacati studenteschi.  “Senza l’attuazione dei principi costituzionali, a partire dal diritto allo studio e all’accesso libero ai saperi, per questo Paese non c’e’ futuro – spiega ì la Rete della Conoscenza -. Per questo crediamo che i tagli alla scuola e all’università, e più in generale l’attacco al welfare, al lavoro, ai servizi pubblici e ai beni comuni, siano politiche incostituzionali”.

Economia, Costituzione e lavoro.

“Applicare la Costituzione – ha sottolineato nel suo intervento Maurizio Landini, leader della Fiom – è il solo modo per cambiare questo Paese a partire dalle questioni economiche e sociali. Rimettere al centro il lavoro vuol dire proprio questo: a partire dal ruolo dello Stato per creare lavoro e dalla funzione sociale delle imprese”. A questa piazza “in tanti dovranno rispondere”. “Siamo qui non come conservatori. Se c’è qualcuno che vuole cambiare il Paese quelli siamo noi”, ha affermato Landini fra gli applausi della piazza. “Bisogna riflettere sul problema della finanziarizzazione dell’economia. L’articolo 18 è stato cancellato, ma avete visto frotte di multinazionali alle frontiere? Il Parlamento deve decidere se difendere il lavoro o la finanza. Dicono che la Costituzione non sia adatta a questo sistema economico-finanziario mi chiedo se non sia questo sistema a non essere compatibile con la nostra carta costituzionale”. Il professore Alessandro Pace, tornando sugli aspetti tecnici del tentativo di modifica della Costituzione, ha aggiunto, “la particolarità di questo tentativo governativo è di non aver scelto di modificare l’articolo138 ma di disapplicarlo, approvando un’altra via per modificare la Costituzione” . E poi a seguire: i diritti dei migranti, il referendum sull’acqua pubblica, la difesa dei beni artistici, ambientali e culturali del nostro Paese. Sul palco della manifestazione scorrono tantissime battaglie degli ultimi anni della società civile scesa in piazza, promotrice di referendum, attiva su internet, che a più riprese e in modi diversi ha fatto sentire la sua contrarietà alle scelte della classe politica sul futuro del Paese. Una società civile in buona parte attiva nella rete di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, la rete di associazioni e cittadini presieduta da Luigi Ciotti, presidente e fondatore anche del Gruppo Abele. A lui il compito di ricordare il valore fondamentale dell’articolo 3 della Costituzione. “La Costituzione è stata tradita – ha detto Luigi Ciotti nel suo intervento – ricordando tutti i diritti già violati dalla politica e che riguardano le persone, la loro vita, le condizioni economiche in cui vivono. La nostra Costituzione e’ la legge fondamentale dello Stato, un grimaldello delle coscienze. Noi siamo venuti qui per costruire un percorso, come atto di responsabilità”. Io sono venuto qui “come cittadino, come italiano e anche come sacerdote perché il Vangelo sta dalla parte degli umiliati, dei poveri, degli esclusi. La Costituzione e’ scritta proprio per dire mai piu’ povertà, mai piu’ esclusione, mai piu’ disuguaglianze. Dobbiamo difenderla”.  “Siate eretici – conclude – perché eresia significa scelta: l’eretico sa scegliere ed esprimere in modo civile un giudizio autonomo, ama la verità ma ancor di più la sua ricerca, non il possesso. Per l’eretico la ricerca della verità e la responsabilità sono inseparabili, egli si ribella al sonno delle coscienze e all’ingiustizia, al cinismo e all’indifferenza”.

   Ascolta qui l’intervento integrale e guarda il video

E suona come un appello ai partiti – grandi assenti ieri in piazza – a recuperare la “centralità della persona nell’attività politica”quello lanciato dall’unica donna fra i firmatari dell’appello, Lorenza Carlassarre, costituzionalista a lungo impegnata su questo tema e che traccia una via possibile per costringere la politica ad applicare la Costituzione, ancora largamente disattesa, affermando “voglio ricordare qui insieme a voi che la storia della nostra Costituzione è sempre stata caratterizzata da grandi resistenze, grandi ostacoli. La sua applicazione è sempre stata contrastata, parziale, incompleta. Quello che accade oggi si inserisce, con un ulteriore rischio, in questo solco”. “Io – invece – da alcuni anni provo a seguire un percorso che spero adesso possa trovare sostegno anche in altri Costituzionalisti: portare la politica a rispondere davanti alla Corte Costituzionale della mancata applicazione dei diritti Costituzionalmente garantiti”. Portare, in sostanza, a giudizio della Corte tutte quelle leggi che violano o sono in contrasto con diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione. “Un testo – ricorda lo storico Salvatore Settis, che l’Europa dell’Unione monetaria guarda talvolta con fastidio. Nell’ultima relazione di JP Morgan, spiega, c’è scritto che il nostro testo di riferimento risente di una visione troppo “socialista” per questo deve essere modificato”.E così sta facendo il Governo. Infine, molto atteso, dalla piazza a concludere la manifestazione l’intervento di Stefano Rodotà, che ha affermato: “Il senso del corteo di oggi è “ritrovare la via maestra che è stata abbandonata, non e’ un problema di chi deve toccare la Costituzione. Il problema e’ come si modifica. Bisogna seguire la via maestra e non le scorciatoie o i percorsi tortuosi” perché vogliamo modificare la Carta dove l’esperienza ci dice che deve essere fatto. Ma non vogliamo stravolgere il sistema democratico”. “Qui si sta facendo un’operazione assai più difficile della creazione di un partitino – ha detto rispondendo a chi in questi giorni aveva accusato i promotori dell’appello di scendere in politica. E’ qualcosa di molto più impegnativo, è il tentativo di restituire a tutti uno spazio politico, perché stiamo vivendo nel vuoto della politica”. La domanda, secondo Rodotà, è questa: “Possiamo mettere insieme una coalizione dei vincenti per essere protagonisti? Una coalizione dei vincenti che devono essere capaci di fare massa critica?”.

L’intervento video di Stefano Rodotà

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