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Cronisti custodi della legalità

di "Ossigeno" il . Progetti e iniziative

Durante la Giornata nazionale della Legalità celebrata venerdì 19 luglio 2013 a Castel Gandolfo (Roma), il Segretario Generale dell’Ugl Giovanni Centrella ha conferito due ‘Campane della Legalità’ alla memoria del magistrato Fedele Calvosa e del giornalista Giovanni Spampinato. Sono state inoltre consegnate cinque targhe di “Custode della legalità”: al sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi; ad Alberto Spampinato, giornalista e direttore di ‘Ossigeno per l’Informazione’; ai giornalisti Arnaldo Capezzuto, Angela Corica e Antonio Sisca che a causa della loro attività professionale hanno subito minacce dalla criminalità organizzata. Il segretario confederale dell’Ugl Geremia Mancini, che ha promosso la Giornata della Legalità e ha coordinato i lavori, ha detto che si avvertiva da tempo l’opportunità di dedicare l’attenzione al coraggioso sacrificio dei tanti caduti del giornalismo uccisi per mano della criminalità organizzata e ai tantissimi giornalisti italiani che subiscono minacce e ai quali va la solidarietà del sindacato. “È stato per noi importante – ha detto Geremia Mancini – onorare la memoria di Paolo Borsellino e dei ‘ragazzi’ della sua scorta con la testimonianza di giornalisti che hanno subito pesanti minacce dalla criminalità organizzata e ai quali abbiamo voluto far sentire la nostra, non formale, vicinanza”. Fedele Calvosa, era il procuratore della Repubblica di Frosinone, fu assassinato l’8 novembre 1978 a Patrica insieme all’agente di scorta Giuseppe Pagliei e all’autista Luciano Rossi in un agguato teso da terroristi delle Formazioni Comuniste Combattenti. Il riconoscimento è stato consegnato alla figlia del magistrato, Tiziana. Giovanni Spampinato era il corrispondente del quotidiano “L’Ora”. Aveva 25 anni il 27 ottobre 72 quando fu assassinato dal figlio di un magistrato coinvolto nelle indagini su un omicidio ancora oggi insoluto. Ha ritiraro il riconoscimento il fratello, Alberto. Il sindaco Silvia Monachesi è stato nominato “custode della legalità” per essere riuscito a prendere possesso di una villa conosciuta come il “Castelletto” appartenuta ad un boss della banda della Magliana, al quale è stata confiscata undici anni fa. Pochi giorni dopo l’annuncio, il 13 giugno 2013, il sindaco ha subito minacce. “Noi andremo avanti – ha detto – per mantenere l’impegno di restituire questo bene alla comunità. Il problema adesso è questo: trovare trecentomila euro per rendere l’immobile agibile. Il Comune non ha questi soldi. Ho chiesto aiuto concreto a tutti coloro che mi hanno espresso solidarietà quando ho ricevuto la lettera minatoria”. ASP – Ossigeno.it

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