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Franco La Torre: 21 marzo è l’esito di un cammino lungo e faticoso

Di Ferrara - Trocchia il . Lombardia

E’ il 19 marzo. Siamo a Milano alla giornata che precede il 20 marzo. Al san Fedele, a due passi dal Duomo, più di 400 familiari di vittime delle mafie si riuniscono, come ogni anno, per incontrarsi, per stringersi in un forte abbraccio che ne rinnova l’impegno e condivide il dolore. Quest’anno lo fanno con una notizia in più. Da poche ore hanno saputo che il Parlamento si trova diviso sulla proposta di legge presentata da Giulietti – Granata per l’istituzione del 21 marzo, come giornata nazionale della memoria e dell’impegno. Il Parlamento, una parte, ha bloccato l’iter della legge perché non è d’accordo con la data, vuole cambiarla. Pare sia troppo riconducibile a Libera. Effettivamente lo è dato che da 15 anni è la rete di associazioni che ha promosso questa giornata. Ciò detto, il 21 marzo, nasce come giorno simbolico che rappresenta la primavera, la rinascita, l’impegno, oltre la memoria, il ricordo e la commemorazione. 
Nello Trocchia, giornalista di Articolo21 . Econews e nostro collaboratore ha raccolto il pensiero di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, in merito a questa giornata, al ricordo del padre e infine anche su queste “divisioni” intorno alla giornata del 21 marzo.  “Un impegno antimafia, quello di mio padre  – dichiara nell’intervista La Torre  –  inteso come impegno per il riscatto di una società oppressa; perché era solo attraverso l’ affermazione della legalità che si potevano liberare le energie di un popolo”. Memoria ed impegno. Franco La Torre si porta dentro questo ed altri insegnamenti del padre e ne da testimonianza ogni giorno, con i giovani, nel suo fare politica, nella sua storia personale e pubblica. E quando oggi alcune notizie dal Parlamento indicano proprio la data della morte del padre, il 30 aprile, come giornata da sostituire con il 21 marzo, prende senza alcun tentennamento la sua posizione. 
“Spostare il 21 marzo al 30 aprile, data della morte di mio padre – commenta La Torre – è una sciocchezza e un’offesa; una sciocchezza,  in termini politici, perché il 21 marzo rappresenta il risultato di un lungo e faticoso cammino di tutti i familiari delle vittime delle mafie; una sciocchezza perchè il il 21 marzo era stata scelta proprio come data neutra, capace di ricordare tutti, ma proprio tutti, anche i nomi meno noti di quello di mio padre”. 
“Come per altre commemorazioni, sono i familiari che hnano deciso e il Parlamento deve rispettare questa volontà – conclude La Torre”.

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