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Storia di un clan e profilo del boss

Di Luigi Spera il . Campania

Il clan Limelli-Vangone figura nelle mappe criminali campane, come uno dei più importanti gruppi camorristici attivi sul territorio. Una posizione di assoluta prevalenza derivata dall’appeal criminale dell’attuale reggente della cosca “Pepp ‘o pazz” arrestato ieri, ritenuto uno dei maggiori broker internazionali della cocaina, con la possibilità di contatti direttamente con i più potenti e attivi cartelli del narcotraffico sudamericano. Una caratteristica che lo mette al livello del più noto Alfonso Annunziata ‘a calabrese.

Tra il finire degli anni ’70 e l’inizio degli ottanta, il capostipite Luigi Limelli, i suoi affiliati e parenti della famiglia Vangone, erano storici affiliati del clan Gionta di Torre Annunziata. Nell’ambito della divisione criminale delle famiglie campane nei macro gruppi di tipo verticistici della Nco di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia, rappresentata principalmente dalla famiglia Nuvoletta di Marano, come i Gionta, i Limelli Vangone erano integranti con la Nf. Alcuni dei vertici del clan e dei maggiori gregari, avevano anche preso parte alle affiliazioni con la mafia siciliana, con tanto di patto di sangue. Alcuni screzi e per diversità di vedute nella gestione e nel controllo delle attività illecite sul territorio, i boschesi, si staccarono dai Gionta. La scissione non fu chiaramente indolore, numerosi furono anche i morti rimasti sulle strade della camorra sulle troppe volte insanguinate pendici del Vesuvio. La stagione dei pentitismi e i numerosi processi, hanno definito uno scenario abbastanza chiaro dello scacchiere criminale sul quale è stato inserito anche il clan Limelli-Vangone. Personaggio di primissimo piano, e per lungo tempo all’apice della cosca era Pasquale Gallo, detto ‘o russ (il rosso, colore dei suoi capelli, ndr). Il boss ha sposato Rosaria Vangone, classe ’57, anche lei finita in cella ieri con il figlio e altri parenti, che è sua volta imparentata con alcuni vertici della famiglia Limelli di Boscoreale. Dopo arresti, omicidi e altre uscite di scena, a reggere le sorti del clan, in maniera estremamente ferma, dimostrando grande carisma criminale, il 34enne Giuseppe Gallo, detto ‘o pazz, per la nota patologia, rivelatasi a questo punto falsa, relativa alla sua salute mentale. Il giovane infatti, è riuscito a diventare uno dei punti di riferimento per i numerosi clan della zona. Non ultimo anche lo stesso clan Gionta di Torre Annunziata, decapitato lo scorso anno da un’operazione della Polizia. Secondo le ricostruzioni dell’antimafia partenopea era lui uno dei pochissimi personaggi ad avere contatti con i referenti colombiani del narcotraffico. Come Broker internazionale riusciva ad accordarsi con i ‘narcos’ per l’acquisto di imponenti quantitativi di cocaina che, venivano da lui smistati ai vari clan della zona vesuviana. Fino a ieri. 

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