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Ad Alcamo arrestato «il signore del vento»

Di Rino Giacalone il . Sicilia

Ancora «suono di sirene» per Alcamo. A pochi giorni da una operazione antimafia, ancora un blitz che scuote la città. L’arresto di uno dei suoi imprenditori più in vista, sfiorato sempre da diverse indagini, è stato firmato dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Avellino. Si tratta di Vito Nicastri, 52 anni, il «re» dell’«eolico».

Il suo arresto scaturisce da una complessa operazione (coordinata dalla magistratura avellinese) che ha portato alla luce un articolato sistema di truffa ai danni dello Stato finalizzato all’indebita percezione di contributi pubblici (sfruttando le provvidenze della legge 488): 4 arrestati, 11 avvisati (tra questi un grosso dirigente di un istituto bancario milanese), coinvolte 12 società (9 con sede in Avellino e 3 in Sicilia di cui una ad Alcamo) beneficiarie di contributi (per oltre 150 milioni di euro complessivamente) per la realizzazione di parchi eolici destinati alla produzione di energia elettrica. Con Nicastri sono stati arrestati Oreste Vigorito, 62 anni, napoletano (presidente del Benevento Calcio), Ferdinando Renzulli, 42 anni, di Avellino, Vincenzo Dongarrà, 46 anni di Enna, l’operazione è stata denominata «Viacolvento», contro di loro la contestazione dei reati di associazione a delinquere, truffa, illecita percezione di contributi pubblici a mezzo atti e documenti falsi.

Il meccanismo della frode è quello di sempre, false fatture e false certificazioni bancarie per lucrare sulla 488: le diverse società, tutte facenti capo agli indagati certificavano da una parte la titolarità dei terreni (con false attestazioni) su cui sarebbero dovuti esser allocati i parchi eolici e dall’altra le disponibilità finanziarie da destinare al progetto, il «gruppo» cercava di mostrare una maggiore capienza di fondi della società mediante fittizie assegnazioni di capitali provenienti dall’estero (in massima parte dal Regno Unito) che, in realtà, corrispondevano all’importo del contributo già ottenuto da un’altra impresa, trasferito sui relativi conti non appena erogato. I parchi eolici, sette in tutto, 185 turbine, sono stati sequestrati nei territori di Catania, Siracusa, Sassari e Palermo. Vito Nicastri risulta essere il responsabile legale di società leader nella produzione di energia alternativa e che nel tempo si sono succedute nella gestione di progetti e finanziamenti inerenti lo sviluppo e lo sfruttamento delle «energie pulite».

Il nome di Vito Nicastri è tra quelli «citati» nell’ordinanza dell’operazione antimafia “Eolo” relativa al parco eolico di Mazara realizzato in contrada Aquilotta. Vito Nicastri con la sua società «Eolica del Vallo» (poi ceduta alla società «Veronagest») ha rilevato le turbine appena finite di essere collocate, succedendo così alle imprese che secondo la procura antimafia con l’appoggio di Cosa Nostra e corrompendo politici e pubblici funzionari, avevano collocato i pali eolici. Ebbe sicuramente contatti con gli indagati, ma contro di lui nemmeno un avviso di garanzia. Nel frattempo dall’eolico adesso si stava interessando al fotovoltaico. Ma è arrivato l’arresto. I suoi «guai» sono legati a  due impianti sequestrati a Carlentini, 57 turbine, Militello Val di Catania, 18 turbine, Mineo , 11 turbine, Vizzini, 30 turbine, Ploaghe (Sassari), 26 turbine, Camporeale, 24 turbine ed uno a Partinico e Monreale con 19 turbine. «Il signore del vento» lo ha definito addirittura il Financial Times, Nicastri tra il 2002 e il 2006 ha ottenuto il più alto numero di concessioni in Sicilia per costruire parchi eolici per un migliaio di megawatt. Nicastri, super esperto delle energie alternative, puntualmente lo si ritrova affianco dei politici regionali nella fase di sviluppo delle energie cosidette «pulite», tanto da finire nelle indagini sulla tangentopoli siciliana, indagini dalle quali lui stesso in puiù occasioni ha ricordato di essere uscito col patteggiamento. Negli anni a venire i rapporti con grosse società del settore energia Endesa, Alerion, Acea Electrabel, Greentex. Con lui come si diceva è stato arrestato Oreste Vigorito, lui, Nicastri, in una intervista lo ha indicato come «il mio grande maestro, genio del business eolico, io sono stato il suo agente in Sicilia». Vigorito però durante le indagini lo ha accusato, «mi spiace – disse Nicastri parlando con i cronisti che lo andavano a cercare per avere notizie sull’indagine avellinese – che ora lui prenda le di stanze e scarichi su di me responsabilità che non ho. Ciò non toglie che io continui ad avere una grande considerazione di chi mi ha insegnato tutti i segreti del business dell’eolico». Ora stava pensando al fotovoltaico, sarebbero suoi i progetti di nove parchi solari, due impianti tra Mazara e Castelvetrano.

Il suo nome spunta fuori anche nella politica, sarebbe stato il supporter alle regionali dell’attuale assessore provinciale Davide Fiore che con l’Mpa (movimento per le autonomie, il partito del presidente della Regione Salvatore Lombardo),  sfiorò l’elezione all’Ars.

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