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Ergastolo per Michele Zagaria ed Ettore Mendico

Di Antimo Turri il . Lazio

Il
17 luglio 2009 la Corte d’Assise di Latina, presso l’aula bunker
di Rebibbia, ha emesso la sentenza del Processo “Anni Novanta”.
Sentenza che arriva circa diciannove anni dopo l’omicidio di Giovanni
Santonicola. Quest’ultimo fu trovato carbonizzato in una mercedes
3000, il 9 settembre 1990 a Spigno Saturnia. L’omicidio si inseriva
nella guerra di camorra tra i Casalesi e il clan La Torre. Questa è
la vicenda da cui partì l’operazione “Anni Novanta” delle forze
dell’ordine e, successivamente, l’omonimo processo. La Corte ha
condannato all’ergastolo Ettore Mendico e Michele Zagaria, quest’ultimo
latitante dal 1995. Condannati, inoltre alla pena di dieci anni di reclusione
Antonio Antinozzi e Domenico Buonamano; otto anni per Orlandino Riccardi;
otto anni di reclusione a Luigi Pandolfo; tre anni e quattro mesi per
Antonio La Valle; assolti per non aver commesso il fatto Maurizio Mendico,
Luigi Cannavacciuolo, Giuseppe Sola, Giuseppe Ruggeri e Luigi Riccardi.
Questa sentenza conferma il dominio del clan dei Casalesi nel sud pontino
con l’appoggio dei clan autoctoni e che l’organizzazione camorristica
nell’area di Formia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano e Minturno
era capeggiata da Michele Zagaria. Questa sentenza si affianca ai 17
arresti avvenuti a Fondi il 5 luglio, ad opera dei carabinieri, su richiesta
del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dei pubblici ministeri
Diana De Martino e Francesco Curzio. E vi si affianca idealmente a dimostrazione
della radicata e annosa presenza mafiosa nel territorio della provincia
di Latina. Eppure, alcuni noti politici della zona pontina, continuano
a negare la presenza delle mafie nel nostro territorio, indicando spesso
questi testardi dati di fatto, come episodi isolati. E’ auspicabile
che, rileggendo le loro affermazioni esternate da un anno a questa parte,
i rappresentanti dei cittadini pontini rivedano le loro convinzioni.
A tutt’oggi le mafie, in provincia di Latina, non esistono. Eppure,
si direbbe il contrario.

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