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Una legge per la Memoria storica

Di no.fe. il . Atti e documenti, Lazio

A proprie spese, sottraendo giorni alle ferie, da tanti anni numerosi familiari di vittime di mafie e terrorismo chiedono permessi (non retribuiti) dal lavoro per andare a portare testimonianza nelle scuole, nelle associazioni, in incontri pubblici. Oggi una proposta di legge bipartisan chiede che venga riconosciuto loro un permesso speciale che consenta di portare fra i giovani il racconto di queste storie per costruire dalla memoria di ieri l’impegno di oggi.

 

Su proposta di Pina Picierno (Pd), Giuseppe Giulietti (Idv – portavoce articolo21), Fabio Granata (Pdl), Sabina Rossa (Pd) la proposta di legge chiede allo Stato che familiari di vittime di mafie e terrorismo abbiano la possibilità concreta di fare testimonianza, di parlare con i giovani, senza ostacoli nel proprio ambito lavorativo e professionale; il che significa poter beneficiare in un anno di 150 ore da destinare a queste attività. (leggi in allegato la proposta di legge intergrale).

 

«L’idea di questa proposta  – dichiara Pina Picierno – nasce proprio il 21 marzo a Napoli durante la “Giornata della memoria e dell’impegno contro tute le mafie” organizzata da Libera. Sul palco c’erano tante donne e tanti uomini che ogni giorno dedicano tempo e risorse per raccontare la Storia, interrogarsi sul passato e sul presente». « Una proposta che nasce dentro un percorso condiviso anche con l’onorevole Fabio Granata – ricorda il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti – nel segno di tutto il lavoro fatto in questi anni su questi terreni da Libera e da tanti volontari sui territori. Siamo sempre più coscienti – commenta Giulietti –  che si va avanti solo  cercando di trovare e valorizzare sempre più quello che ci unisce e ci porta a creare percorsi comuni che producono fatti soprattutto nella lotta alla criminalità organizzata in questo Paese». 

 

Giulietti ricorda un’altra proposta nata alcuni mesi fa e condivisa con Fabio Granata (Pdl) vicepresidente commissione antimafia –  quella di istituire il 21 marzo come Giornata nazionale in memoria delle vittime delle mafie. «Fra le due proposte – conclude Giulietti – c’è una convergenza di valori che ci fa proporre oggi di far confluire quella proposta dentro questa legge per la memoria storica e faremo ogni sforzo perché queste due possano fondersi e trovare nel presidente della Camera uno sponsor autorevole affinché diventino presto legge».

 

E’Francesca Rispoli di Libera  – a ricordare durante la conferenza stampa  le parole che Giancarlo Caselli, allora procuratore a Palermo (oggi procuratore capo a Torino) disse nel ‘93 giunto nel capoluogo palermitano nel post stragi. “loro sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi”.   «Questa frase per noi di Libera  – commenta Rispoli –   è il fondamento del nostro impegno contro le mafie. La memoria rappresenta una sfida all’impegno, un vero e proprio muoversi che fa addirittura si che molti dei nostri referenti territoriali siano proprio familiari di vittime di mafia, cioè persone che hanno avuto la capacità di trasformare quel ricordo non solo in un racconto collettivo ma in un impegno concreto che quotidianamente permette tutti di muoverci nella lotta alle mafie in questo Paese».

Il loro contributo volontario – ricorda Rispoli –  ha  sorretto l’impegno di tanti associazioni e cittadini, dai beni confiscati alla formazione. Storie più o meno conosciute hanno permesso di creare, in questi anni, una rete sociale salda e solida che vede in quelle figure il fondamento del proprio impegno contro le mafie. Una rete che da quest’anno a Napoli si è allargata anche in Europa e ha portato nella capitale anche alcuni familiari di vittime della criminalità organizzata internazionale.

 

« Una testimonianza indispensabile – dichiara  Sabrina Rossa (Pd) –  per costruire una memoria collettiva che in questo Paese ancora manca. Tante le vittime del terrorismo e delle mafie dimenticate in questo Paese, alcuni passi sono stati fattima ancora tanto è da fare. I giovani chiedono di sapere, ci presentano il conto di quegli anni e chiedono risposte. E abbiamo il dovere di dargliele».

 

«Tra pochi giorni –  conclude Pina Picierno –   verranno ricordate le vittime del terrorismo proprio in quel 9 maggio che è passata alla Storia come la notte più buia della Repubblica. Abbiamo presentato questa proposta in questi giorni proprio nella speranza che questa data possa rappresentare una nuova luce, segnare un nuovo inizio democratico per tutti portando al primo posto dell’agenda politica del Paese la lotta alle mafie per la legalità »
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