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Racket e usura, la Lucania sommersa?

Di Stefano Fantino il . Basilicata

La seconda serata domenicale ha regalato sulla terza rete Rai una puntata di TeleCamere dedicata al problema delle mafie. Un servizio, in particolare, ha messo in luce come la pervasività europea delle mafie sia misurabile anche tramite la comparsa, in paesi considerati avulsi, di pratiche tipiche del controllo territoriale mafioso. Come il pizzo. Nel presentare l’associazione “Mafia, Nein Danke” promosso dall’attuale deputato Pd Laura Garavini, a Berlino, il servizio coglieva l’occasione di intervistare il ristoratore Pino Bianco, originario di Scanzano Jonico in provincia di Matera e stanziatosi in terra tedesca. La vicenda di Bianco ruota intorno a una richiesta di pizzo subito denunciata con conseguenti arresti operati dalla polizia tedesca. 

Racket, chi denuncia in Basilicata? 

Proprio la sua regione di origine vive in maniera contraddittorio una fenomeno forte ma difficile da far venire fuori e da denunciare. «Sarebbe molto più semplice se si vedesse chiaramente che nelle istituzioni si possono trovare delle “sponde”» ha dichiarato Franco De Vincenzis, referente materano di Libera. Una frase che descrive la situazione sulla costiera jonica: dieci attacchi e nessuna denuncia per racket, nemmeno una. Con i dovuti accorgimenti del caso, una situazione anomala. Anche Marcello Cozzi, referente regionale di Libera ammette: «Il sommerso, quello che emerge sia per racket che per usura è davvero la punta di un iceberg».

Mentre il tentativo di stabilire qualcosa di organizzato puntando forte sul racket c’è, e c’è stato anche di recente. Un esempio su tutti è quello dell’operazione del 2007 dei carabinieri denominata “Heraclea connection” , volta a bloccare il tentativo dei clan Mitidieri-Lopatriello  di tornare a controllare le attività lecite ed illecite sulla costa jonica lucana unavolta sotto il controllo del clan Scarcia. E le estorsioni e l’usura erano una delle “armi preferite” dei criminali in questione. 

Secondo i dati del Rapporto Sos Impresa redatto dalla Confesercenti dal 2005 al 2006 in Basilicata le persone denunciate per reati relativi all’estersione sono scese da  81 a 61 (Rapporto Sos Impresa 2008). Nel contempo la mappa del pizzo redatta nel rapporto vedeva nel 2007 nel mirino del racket circa 1000 commercianti, dato duplicato visto che nel 2008 si parla di 2000 esercenti colpiti dal pizzo. Una incidenza percentuale importante: il 10% circa nel 2007, quasi il 19 % nel 2008. E la suddivisione in zone (gialla, arancio e rossa in senso crescente) delle zone a seconda della probabilità di incidenza del racket vedeva il Metapontino porsi in zona “arancio” stabilmente , seguito in zona “gialla” dal Melfese.  

Usura, preoccupante allarme nel potentino 

Per quanto riguarda invece l’usura, anche la Basilicata ha subito le fasi contingenti nazionali che hanno ampliato la probabilità di incidenza di questo fenomeno. Come si legge nel rapporto Sos Impresa «Il perdurare della crisi economica, il calo dei consumi, l’impoverimento della classe media, ma anche dissesti e scandali finanziari che hanno toccato il sistema bancario ripropongono uno scenario simile a quello del biennio 1990/1992, nel quale l’usura emerse come dramma sociale diffuso».

Le associazioni e le fondazioni antiusura confermano i freddi numeri delle statistiche e segnalano, con sempre maggiore frequenza, una situazione di forte disagio che coinvolge imprese e persone una volta ritenute immuni da rischi. Conferma questo trend Don Marcello Cozzi, attivo nel Potentino con un’associazione Antiusura: «Anche in Basilicata la crisi si sente come altrove e questa è un manna per gli usurai e i criminali disposti a immettere liquidità in breve tempo. Ma spesso questo non viene fuori prepotentemente dai dati, sempre sottostimati rispetto alla reale pervasività del fenomeno». A chiudere anche piccole aziende e imprese, non solo un ricorso privato, perchè si tratta di un ricorso all’usuraio quando i canali di credito ordinari vengono chiusi: «Un ricorso questo- precisa Don Marcello- molto frequente nel potentino dove nei primi 4/5 mesi di attività del 2009 abbiamo raddoppiato il numero di vittime rispetto al dato di tutto il 2008».

Incidenza del pizzo (2007/2008) e denunce per estorsione (2007/2008)

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