
2. Operazione Vivaio: quando la mafia scende dalle montagne
Metti una serie di affari incasellati nella triangolazione, Mazzarà Sant’Andrea, Barcellona pozzo di Gotto, Novara di Sicilia, tre paesi dell’entroterra messinese.
Metti una serie di affari incasellati nella triangolazione, Mazzarà Sant’Andrea, Barcellona pozzo di Gotto, Novara di Sicilia, tre paesi dell’entroterra messinese.
Quando ancora Tindaro Calabrese era ufficialmente solo un uomo di fiducia di Bisognano che per suo conto, nelle montagne fra Mazzarrà e Novara di Sicilia, accudiva bestiame d’allevamento un campo di rose entrava nel mirino delle mafie del longano poiché confinante con la discarica di Tripi e Mazzarrà San’Andrea.
Scende dalle montagne la nuova mafia del comprensorio del longano e arriva proprio da un paesino, Novara di Sicilia, tradizionalmente legato agli equilibri politico affaristici di quell’aria.
Nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 moriva, per mano della mafia, Giuseppe Impastato, attivista e giornalista siciliano meglio conosciuto come Peppino.
Inchiodati da una fattura come Al Capone.
Prima di essere ucciso, trent’anni fa, Peppino Impastato tracciò un’idea della politica libera, pulita, affrancata dai poteri forti e dalle insidie sanguinarie delle mafie d’ogni tipo.
Nella lotta alla mafia c’è un dato, riguarda l’assottigliarsi delle collaborazioni, cosa che comunque non ha portato ad una involuzione nelle indagini antimafia, anzi ugualmente sono stati fatti passi in avanti.