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San Francesco e la Meloni inconciliabili

Tonio Dell'Olio il . Chiesa, Diritti, Giustizia, Guerre, Istituzioni, L'analisi, Politica

La differenza macroscopica tra San Francesco e Giorgia Meloni è presto detta. Il santo d’Assisi diceva “Fratelli tutti”, la Meloni ha fondato un partito che si chiama “Fratelli d’Italia”. Tutto il resto è una conseguenza diretta.

L’accoglienza dei migranti, le strade per costruire la pace, l’attenzione ai poveri, la stessa scelta della povertà come stile di vita ecc. ecc. E gli eccetera – credetemi – sono moltitudine.

Non è un caso che dalla Loggia di Piazza San Francesco, dopo essersi fatta largo tra le contestazioni di molti, ha detto: “San Francesco è una delle figure fondative dell’identità italiana, forse la principale”. Un tentativo maldestro, goffo e fraudolento di voler tirare Francesco per il saio. Operazione impossibile! Soprattutto perché in tutta Italia una folla innumerevole chiedeva di fermare il genocidio.

Nel saluto ufficiale, Marco Moroni, custode del Sacro Convento, aveva ammonito: “La pace non si costruisce quando si continuano a fabbricare e commerciare armi: Francesco ricorda che nasce dal disarmare il cuore e deporre le armi, scegliendo vie di dialogo e riconciliazione. La fraternità diventa reale solo nella condivisione con i poveri, con chi è fragile e con chi cerca accoglienza. E la custodia del creato è responsabilità di tutti, singoli e governi, per consegnare alle nuove generazioni un mondo abitabile, casa comune, rispettata come dono di Dio”.

Insomma, tutto il contrario del governo Meloni.

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