Senza pudore
Spudorati!
Mentre dai canali social della presidente Chiara Colosimo rimbalzano le immagini della “borsa di Borsellino” esibita alla Camera dei Deputati, il Governo presenta emendamenti al dl Infrastrutture, oggi in conversione alla Camera dei Deputati, per annacquare la prevenzione anti mafia, precisamente ciò che il Quirinale aveva chiesto di non fare.
Il dl Infrastrutture è l’altra faccia del dl Sicurezza: i due provvedimenti combinati disegnato l’habitat perfetto per la realizzazione del sogno di Matteo Salvini e cioè l’avvio dei cantieri per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Alla sua effettiva realizzazione penso che non creda nessuno. I due provvedimenti governativi messi insieme producono lo straordinario effetto di criminalizzare il dissenso che dovesse manifestarsi attorno al cantiere ed accelerare le procedure di affidamento dei lavori, senza nemmeno definire preventivamente, come ha segnalato poche settimane fate il presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, la spesa complessiva dell’opera, in aperto contrasto con le norme europee sulla trasparenza degli appalti.
In questo contesto già grave era intervenuto in via precauzionale il Quirinale, facendo notare la inopportunità di alcune norme inserite nello schema di decreto portato in Consiglio dei Ministri che avrebbero modificato i meccanismi della prevenzione antimafia, rendendoli pericolosamente meno efficaci in nome della velocizzazione. Norme ritirate.
Ma la vendetta (tratto costante di questa destra rancorosa salita al Governo da sprofondi indimenticati) covava nell’ombra, lo avevano lasciato intendere il vice premier Salvini ed il Ministro degli interni Piantedosi. Ed eccoli qua! Inarrestabile come il conte di Montecristo, con l’emendamento 4.013 il Governo propone di restringere la platea di coloro ai quali non debba essere data la certificazione antimafia soltanto a chi venga colpito da “comunicazione” interdittiva prefettizia e non più da “informazione” interdittiva prefettizia.
Una bella sforbiciata all’antimafia, con tanti saluti al Colle.
Vergognatevi: il Presidente della Repubblica non si tira per la giacca quando fa comodo (borsa di Borsellino) per poi raggirarlo quando in ballo ci sono i piccioli!
Sempre a proposito di piccioli: il Governo toglie soldi all’antimafia per darli alle Olimpiadi. Lo hanno denunciato con forza ieri sia Stefano Iannacone su Domani, che Libera, la quale con la rivista specializzata Lavialibera dedica un monografico da paura alle incombenti Olimpiadi invernali di Cortina.
Il Governo infatti è intervenuto con l’ennesimo decreto (what else?), il dl Sport, che con l’art. 16 dirotta ben 43 milioni di euro destinati alle vittime di usura e racket, alla organizzazione delle Olimpiadi. Con questa performance hanno già vinto la medaglia d’oro in gioco d’azzardo.
Ma la misura è colma se persino l’eccellente profesoor Fiandaca, non sospettabile di intelligenza col nemico, ieri sul Foglio ha esclamato: l’antimafia va chiusa! Contestando la totale perdita di credibilità dell’organismo presieduto dalla super sorella meloniana, on. Colosimo, la quale aggiunge silenzi a silenzi: non pervenuti suoi commenti alla definitiva condanna in Cassazione per Paolo Bellini ritenuto corresponsabile della strage di Bologna, eppure qualche settimana fa, ospite della Fondazione Mattarella, intervistata dal bravo Paolo Borrometi, aveva rassicurato i presenti, dicendo che difronte ad una verità giudiziaria non si può far finta di niente.
Intanto però la Colosimo gongola sui social per aver sottoscritto un protocollo con Tik Tok volto a censurare contenuti inappropriati cioè apologetici delle mafie. Ma chi giudicherà i contenuti? Sappiamo che il crinale è molto scivoloso: c’è chi ha accusato persino Roberto Saviano e Gomorra di fare apologia mafiosa!
C’è però qualcosa di ancora più inquietante nel siparietto con Tik Tok (ribattezzato dall’indimenticabile mentore della destra italiana, Silvio Berlusconi, “Tik Tok…Tak!”) della Colosimo, che infatti subito dopo invita i suoi follower (cittadini? Elettori? Fratelli? Italiani?) a seguirla sul suo nuovo profilo di … Tik Tok! Auspicando che diventi virale proprio il video sulla Borsa di Borsellino.
Ci sarebbe materia per l’anti trust: conflitti di interessi? Porte girevoli? Con una mano si valorizza Tik Tok e con l’altra Tik Tok fa qualcosa di altrettanto grazioso? Sappiamo che le piattaforme sono private e che gli algoritmi sono segreti ed ‘orientabili’, è lecito domandarsi quanto valga la visibilità ottenuta attraverso un social di questa potenza?
Un avvertimento amichevole alla Presidente Colosimo: se tra i contenuti da censura sui social ci sono anche, come si apprende dal garrulo post su Instagram (la concorrenza!), gli attacchi contro chi ha combattuto la mafia, dovranno essere messe all’indice le parole di Mori contro i magistrati di Palermo e pure il suo silenzio accondiscendente!
* Presidente Articolo 21 Piemonte
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