RAI, le audizioni dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale Stampa Italiana
Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli è stato audito oggi presso l’VIII Commissione del Senato nell’ambito della discussione sulla riforma della Rai. Qui alcuni passaggi.
L’ecosistema dell’informazione è in continua e rapidissima evoluzione. La RAI deve svolgere un ruolo di equilibrio in un contesto in rapidissimo, disordinato e preoccupante cambiamento.
Riteniamo pertanto necessario che il servizio pubblico radiotelevisivo sia dotato di una governance plurale e altamente qualificata con meccanismi di nomina che allontanino la governance dall’influenza diretta del governo come esplicitamente richiesto dall’articolo 5 del Media Freedom Act. Esigenza che condividiamo pienamente.
Crediamo che il Parlamento debba essere al centro delle scelte della governance, individuando adeguati meccanismi che qualifichino le nomine.
Allo stesso tempo riteniamo che la RAI debba avere la disponibilità di risorse certe, programmate e non decrescenti. Nessuna azienda normale può essere gestita nella continua incertezza di bilancio.
La missione del servizio pubblico è di garantire il diritto a un’informazione plurale e completa in tutti i territori del nostro Paese. La RAI è l’unica azienda editoriale che riesce a offrire un’informazione adeguata su tutti i territori a fronte di un grave processo di desertificazione dell’informazione locale.
Oggi c’è un gran bisogno di informazione verificata, plurale e attendibile, un’informazione approfondita, che dia ordine, contesto e senso al fiume di notizie da cui siamo inondati quotidianamente, soprattutto attraverso i social media.
In questo quadro, in legge dovrebbe essere inserita una esplicita menzione alla necessità di difendere e incentivare il giornalismo di inchiesta che da sempre è sotto attacco da parte dei poteri di ogni genere e tipo. La Rai deve essere in prima linea nel raccontare i fatti, con accuratezza e rispetto, ma senza sconti per nessuno. Solo così continuerà a essere servizio pubblico in un ambito essenziale.
Il testo integrale dell’intervento
Rai, Di Trapani: «Necessaria una governance indipendente»
«Esprimo rammarico per il fatto di arrivare a questa discussione in prossimità dell’8 agosto, la data nella quale il Media Freedom Act entrerà in vigore e ci ritroverà inevitabilmente fuori dalle norme europee». Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Vittorio di Trapani, intervenendo martedì 1° luglio 2025 in audizione all’VIII commissione del Senato nell’ambito della discussione sulla riforma della Rai.
Il presidente della Fnsi ha poi sottolineato: «Oggi ci troviamo in una situazione per cui in Rai manca il presidente secondo la legge vigente, ormai da un anno, con una commissione di Vigilanza bloccata. È utile anche che si affronti il tema della concessione, che scadrà nel 2027, per evitare che ogni volta penda una spada di Damocle».
Sull’aspetto organizzativo, Di Trapani ha definito «utili» le «scadenze differenziate tra i diversi rappresentanti, sia del consiglio di rappresentanza che nel board di amministrazione. Questo cammina insieme a una durata del mandato che deve essere congrua, per consentire autonomia e indipendenza anche rispetto ai governi e alle maggioranze parlamentari. Se poi la procedura, come indica il Media Freedom Act, deve essere trasparente, chiediamo che le candidature passino per audizioni pubbliche, come avviene in altri Paesi».
Secondo Di Trapani sul tavolo c’è poi la necessità di «un finanziamento certo, congruo e di lunga durata, oggi la legge attuale non dà questa certezza», o si rischia «di consegnare alle maggioranze o ai governi un elemento di controllo molto forte». A questo proposito Di Trapani ha citato i tagli ai programmi di informazione e inchiesta.
Il presidente della Fnsi ha infine evidenziato: «Oggi i giornalisti del servizio pubblico, laddove dovessero essere condannanti in via definitiva per diffamazione, a causa della natura dell’azienda, vengono chiamati a pagare di tasca propria» l’eventuale parte addebitata alla Rai. «Questo – ha concluso – è un peso enorme sulla possibilità dei giornalisti del servizio pubblico di fare inchiesta e denunce. Prima o poi questa tema andrà affrontato».
Il video integrale dell’audizione è disponibile a questo link.
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