Mattarella: ‘Fermare i suicidi in carcere, è un’emergenza sociale’
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale una rappresentanza del Corpo di Polizia Penitenziaria, in occasione del 208° anniversario della sua costituzione.
Dopo l’intervento del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Stefano Carmine De Michele, il Presidente Mattarella ha rivolto un saluto ai presenti. È quanto si legge in una nota del Colle.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, unitamente ad una rappresentanza della Polizia penitenziaria
Benvenute e benvenuti al Quirinale. E auguri per questa festa.
Poc’anzi, con il Capo del Dipartimento, ho avuto un colloquio – il primo dal suo insediamento – sui vostri delicati compiti, sul vostro ruolo, sulle responsabilità che gravano su di voi.
Il Capo del Dipartimento ha ricordato – anche qui, poc’anzi – le varie funzioni cui fate fronte. È un panorama articolato, complesso, e sono funzioni che svolgete in conformità alla Costituzione e che non si esauriscono nella vigilanza.
So che ogni giorno cercate di assolvere con sacrificio e con professionalità il vostro impegno. Impegno reso ancor più difficile dalle preoccupanti condizioni del sistema carcerario, contrassegnato da una grave – e ormai insostenibile – condizione di sovraffollamento nonché dalle condizioni strutturali inadeguate di molti Istituti, nei quali sono necessari interventi di manutenzione e di ristrutturazione. Interventi da intraprendere con urgenza, nella consapevolezza che lo spazio non può essere concepito unicamente come luogo di custodia, ma deve includere ambienti destinati alla socialità, all’affettività, alla progettualità del trattamento.
Tutto questo richiede un particolare impegno professionale. E vi ringrazio per la dedizione che riversate nel vostro compito.
Altre difficoltà – so bene – pesano sulle vostre funzioni, sui vostri compiti. Difficoltà che interpellano anche altre istituzioni. La carenza di organico, che da tempo è condizione critica del sistema penitenziario, e che riguarda il Corpo, e riguarda tutti gli operatori. Penso alla grave insufficienza del numero degli educatori, al difficile accesso alle cure sanitarie dentro gli Istituti, specialmente per i detenuti affetti da problemi di salute mentale.
Occorre che gli Istituti di pena siano dotati di nuove e più adeguate professionalità. In caso contrario, anche il vostro compito sarà inevitabilmente appesantito e gravato da un improprio sovraccarico di funzioni che dovrebbero essere affidate ad altri.
I luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati; in palestra di addestramento al crimine; né in luoghi senza speranza, ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato.
Ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività, oltre a essere l’obiettivo di un impegno notoriamente, dichiaratamente costituzionale.
Servono investimenti, in modo da garantire un livello dignitoso di vita e di trattamento dei detenuti e, al contempo, migliori condizioni del lavoro che voi svolgete con scrupolo.
Sono investimenti necessari e lungimiranti, perché rivolti – ripeto – a garantire maggior sicurezza ai cittadini.
È particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro.
Il Capo del Dipartimento anche poc’anzi ha sottolineato opportunamente l’importanza di prevenire i fenomeni di autolesionismo negli Istituti.
È drammatico il numero di suicidi nelle carceri, che da troppo tempo non dà segni di arresto. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente.
Tutto questo deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del vostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione.
Grazie per il vostro lavoro.
E a tutti voi, alle vostre colleghe, ai vostri colleghi, auguri di buon lavoro.
Palazzo del Quirinale, 30/06/2025 (II mandato)
Trackback dal tuo sito.