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La Corte di Cassazione boccia il decreto sicurezza

Antigone il . Associazioni, Costituzione, Diritti, Giustizia, Istituzioni, Politica, SIcurezza

La Corte Suprema di Cassazione, nella sua relazione sulle novità normative (la n. 33/2025 del 23 giugno 2025) sul recente “decreto sicurezza” (decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, convertito in legge il 9 giugno 2025, n. 80), ha bocciato la riforma su tutti i fronti.

Il decreto sicurezza lo avevamo definito il più grande attacco alla libertà di protesta nella storia della Repubblica italiana e la Corte in qualche modo ribadisce le tante problematiche che avevamo ravvisato. La Relazione della Corte di Cassazione non è una sentenza, ma un’analisi approfondita delle nuove norme, con la quale la Corte Suprema, ha evidenziato tutti i profili di criticità delle norme.

La relazione, riprendendo i numerosi documenti di critica al decreto, ha sottolineato i diversi profili di criticità, non solo sul contenuto del provvedimento, ma anche sulla forma e sui vizi dell’adozione di un decreto legge in assenza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza e della disomogeneità dei contenuti.

Sul contenuto del decreto sicurezza, la Corte ha criticato aspramente le problematicità afferenti:
– alle aggravanti “di luogo” in contrasto con il principio di offensività;
– alle aggravanti “di luogo e di contesto” che criminalizzano eccessivamente le manifestazioni di dissenso;
– alle norme riguardanti carcere e Cpr, che rischiano di aggravare un sistema, quale quello penitenziario, già fortemente in crisi, punendo altresì la resistenza passiva dei ristretti;
alla norma sulla detenzione per donne madri, qualificata come un chiaro esempio del diritto penale d’autore, un diritto penale che punisce per ciò che si è e non per condotte illecite;
– alla norma sulla detenzione di materiale propedeutico al terrorismo, che introduce un’eccessiva anticipazione della soglia di punibilità;
– alla norma che amplia senza limiti il ruolo che possono assumere agenti segreti in operazioni sottocopertura all’interno di organizzazioni criminali.

Antigone, anche in collaborazione con ASGI, ha presentato contributi scritti sia durante l’esame del progetto di legge originario (Atto Camera n. 1660) , sia nella fase di conversione in legge del decreto. Questi interventi, citati dalla Corte di Cassazione nella Relazione, fanno parte del coro di voci di esperti e organizzazioni che hanno analizzato criticamente il “decreto sicurezza”.

Nei giorni della conversione in legge del decreto avevamo già dichiarato che avremmo impugnato le nuove norme davanti alle Corti. La relazione della Cassazione, in tal senso, è un ulteriore strumento da utilizzare nel contenzioso legale.

Antigone


La Corte di Cassazione: ‘Ci sono criticità nel decreto sicurezza’

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