“Fame di verità e giustizia” a Milano. In piazza Argentina la campagna nazionale di Libera
Nella centralissima Piazza Argentina, a Milano, il flash mob di Libera per lanciare in Lombardia la campagna “Fame di verità e giustizia” e distribuire il menù che mafie e corruzione “apparecchiano” per il nostro Paese.
E sono tutte portate difficili da “digerire”: da “Liberi di corrompere” alle leggi bavaglio all’informazione, dal gioco d’azzardo al rischio di privatizzazione dei beni confiscati.
Prosegue così in Lombardia il viaggio di Libera con la campagna “Fame di verità e giustizia” promossa per rimettere al centro della dibattito pubblico l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti.
Nel 2024 57.190 reati spia in Lombardia: è la regione italiana con il maggior numero in Italia. Il 40% dei reati spia a livello regionale è a Milano, il 12% a Brescia e il 9% Monza e Brianza.
Nella città capitale del fast food e del food delivery, Libera ha distribuito ai passanti un “menù speciale” con 12 portate difficili da digerire.
Tra i primi, “piatti bollenti che non scaldano”, è possibile scegliere il piatto “beni confiscati” che ha come ingredienti privatizzazione, vendita, regalo ai mafiosi; oppure “liberi di corrompere” con ingredienti impunità, corruzione “solidamente” regolata, ancora sistemica e organizzata. Se vuoi scegliere solo un secondo invece puoi trovare “bocconi duri da mandare giù”, come le ”legge bavaglio” all’informazione con ingredienti particolari: dalle restrizioni alla pubblicazione degli atti giudiziari alle querele temerarie; oppure c’è il piatto “sovraffolamento delle carceri” con ulteriori ingredienti la carenza di personale, la scarsità di attività educative e di reintegrazione. E per ultimo quei “dessert dimenticati”, ma essenziali come “verità per le vittime innocenti delle mafie” con l’80% dei familiari che non ha la verità giudiziaria sulla fine dei propri cari; e “Liberi di scegliere” che prevede nessuna tutela per chi vuole fuggire dai contesti mafiosi.
Un vero e proprio “junk food” quello apparecchiato da mafie e corruzione, un “cibo spazzatura” che il flash mob in Piazza Argentina a Milano ha messo in evidenza per lanciare la campagna “Fame di verità e giustizia”, un viaggio a 30 anni dalla nascita di Libera e della sua rete associativa, che attraverserà il Paese, da Nord a Sud e l’Europa con oltre 100 tappe, per animare il dibattito pubblico con l’obiettivo di riscrivere l’agenda in tema di mafie e corruzione, con una funzione di advocacy rispetto alle istituzioni competenti. Una mobilitazione contro le mafie dei potenti e dei colletti bianchi con l’obiettivo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti partendo dai punti dell’agenda civile.
“In un Paese – dichiara Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera – dove lo spazio civico si restringe e la partecipazione viene scoraggiata, mafie e corruzione sono diventate un fatto “normale”, tollerato. In questi trent’anni Libera ha dimostrato che c’è un’alternativa possibile. Costruendo, di tassello in tassello, un mosaico di impegno e liberazione dalle diverse forme di criminalità, che parte dall’impegno di ciascuno e richiama le istituzioni alle proprie responsabilità. Ci sono situazioni e momenti storici in cui stare immobili è una colpa, mentre muoversi è un obbligo morale e una responsabilità civile. Fame di verità e giustizia è il nostro grido per risvegliare l’impegno di quanti credono in un orizzonte libero da mafie e corruzione. È tempo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza del contrasto a mafiosi e corrotti. È tempo di scelte chiare e coraggiose: noi vogliamo fare la nostra parte”.
“Abbiamo voluto lanciare ora la campagna – sottolinea Lorenzo Frigerio, referente regionale di Libera – in contemporanea con tanti altri coordinamenti regionali di Libera per rafforzare le nostre proposte e le nostre richieste a livello nazionale. E poi perché siamo alla vigilia della decisione sull’ammissione di Libera come parte civile al processo Hydra che la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha istruito minuziosamente. Il “sistema mafioso lombardo” ricostruito in quell’inchiesta dovrebbe allarmare e richiamare alla responsabilità tutti, perché la pressione mafiosa sull’economia e sulla società in Lombardia si va facendo sempre più asfissiante come dimostrato dal fatto che la nostra regione è la prima in Italia per il numero di reati spia”.
Le proposte
Riutilizzo dei beni confiscati, diritti per le vittime innocenti delle mafie, Libere di scegliere, contrasto alla corruzione, preoccupazione per il DL sicurezza e una giustizia diseguale, promozione dell’educazione come strumento di emancipazione dalle mafie, gioco d’azzardo, ambiente, libertà di informazione, un carcere che rieduchi, disarmare e non armare, contro l’attacco al dissenso, all’autonomia della magistratura e alla democrazia rappresentativa: sono i punti della piattaforma su cui Libera chiede scelte politiche concrete e strutturali, non proclami. Tra le richieste: norme più efficaci su confisca e riutilizzo sociale dei beni mafiosi; diritto alla verità nella carta costituzionale; regolazione stringente delle situazioni di conflitto di interesse; nuova strategia nazionale sulle aree a forte povertà educativa; legge quadro del settore del gioco d’azzardo; tutela e sostegno per chi denuncia e rompe con il crimine; politiche inclusive per chi vive in situazioni di marginalità; direttiva sulle querele temerarie.
I reati spia in Lombardia
C’è un tentativo di smantellare leggi preziose per individuare quei “reati spia” della presenza mafiosa e, a fronte dell’aggravarsi della corruzione, assistiamo a un progressivo allentamento dei freni inibitori sul piano legislativo e dei controlli. Siamo davanti a una giustizia che da un lato mette in campo leggi rigorose nei confronti degli ultimi, dall’altro lato si presenta con le armi spuntate nei confronti della criminalità mafiosa e dei colletti bianchi.
Libera ha elaborato regione per regione i dati relativi ad alcuni reati spia (reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche), reati che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico. Nel 2024 il dato complessivo dei reati spia in Lombardia è di 57.190: è la regione con il maggior numero di reati spia, seguita dal Piemonte (29.515 reati), Veneto (27.743), Campania con 27.119 ed Emilia-Romagna con 24.866. La Lombardia detiene il triste primato anche per i singoli reati di estorsione, delitti informatici e truffe informatiche. In particolare, si tratta 1.951 estorsioni, 16 casi di usura, 194 di riciclaggio, 49.859 truffe e frodi informatiche, 5.170 delitti informatici.
Andando a vedere le specifiche delle singole province, il maggior numero di reati spia nel 2024 è nella provincia di Milano: 22.826, il 40% del totale regionale. In particolare si tratta di 833 estorsioni, 5 casi di usura, 50 di riciclaggio, 19.869 truffe e frodi informatiche, 2.069 delitti informatici. A seguire c’è Brescia con 7.133 reati spia, il 12%: 203 estorsioni, 3 casi di usura, 50 di riciclaggio, 6.090 truffe e frodi informatiche, 787 delitti informatici. Al terzo posto la provincia di Monza e Brianza con il 9%, 5.353 reati: 152 estorsioni, 2 casi di usura, 9 di riciclaggio, 4.709 truffe e frodi informatiche, 481 delitti informatici. Appena sotto, con l’8,8% e 5.033 reati spia, c’è Bergamo: si tratta in particolare di 198 estorsioni, 2 casi di usura, 11 di riciclaggio, 4.352 truffe e frodi informatiche, 470 delitti informatici. Varese ne conta 4.285, il 7% del totale regionale: 128 estorsioni, 1 caso di usura, 45 di riciclaggio, 3.764 truffe e frodi informatiche, 347 delitti informatici. Pavia scende al 4% con 2.402 reati: 72 estorsioni, 1 caso di usura, 8 di riciclaggio, 2.197 truffe e frodi informatiche, 124 delitti informatici. Quasi lo stesso numero di reati, 2.349, sempre il 4%, a Mantova, con 78 estorsioni, 1 caso di usura, 3 di riciclaggio, 1.974 truffe e frodi informatiche, 293 delitti informatici. A seguire c’è Como con 2.088, il 3,6%: 84 estorsioni, 6 casi di riciclaggio, 1.869 truffe e frodi informatiche, 129 delitti informatici. Lecco è al 3% con 1.677 reati spia: 42 estorsioni, 1 caso di riciclaggio, 1.549 truffe e frodi informatiche, 85 delitti informatici. Cremona conta 1.900 reati spia, il 3%: 77 estorsioni, 1 caso di riciclaggio, 1.565 truffe e frodi informatiche, 257 delitti informatici. Lodi è al 2% con 1.183 reati: 47 estorsioni, 2 casi di riciclaggio, 1.074 truffe e frodi informatiche, 60 delitti informatici. Infine c’è Sondrio, con 919 reati spia, l’1,6%: 33 estorsioni, 4 casi di riciclaggio, 816 truffe e frodi informatiche, 66 delitti informatici.
Guardando alla dimensione nazionale, il numero totale in Italia è di 322.071, pari a 822 reati al giorno, 34 ogni ora. Il 50,4% dei reati sono concentrati al Nord, il 28,1% al Sud comprese le isole e il 21,4 % al centro.
Le prossime iniziative in Lombardia
Il viaggio di “Fame di verità e giustizia” dopo Milano arriverà a Bergamo e poi proseguirà nei prossimi mesi con altre iniziative specifiche in Lombardia sui singoli punti della campagna, in rete con le associazioni e le realtà che condividono la necessità di reagire e alzare la voce contro il silenzio e la rimozione che avvantaggiano mafie e corruzione.
LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
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