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Quarant’anni dall’uccisione di Giancarlo Siani, incontro su “il coraggio della verità”

Ordine dei Giornalisti il . Brevi, Diritti, Giustizia, Informazione, Memoria, Progetti e iniziative

“Il coraggio della verità” è il titolo dell’iniziativa che l’Ordine nazionale dei giornalisti ha voluto organizzare martedì 5 giugno, nella sede di via Sommacampagna a Roma, per ricordare Giancarlo Siani.

Quest’anno avrebbe compiuto 65 anni e sono 40 anni che Giancarlo Siani, giovane giornalista precario del Mattino di Napoli, è stato ucciso dalla camorra. Due killer lo avevano aspettato sotto casa, a Napoli, al Vomero e gli avevano sparato, mentre sulla sua Citroen Mehari verde, rientrava a casa.

Giancarlo, nell’immaginario collettivo, rimarrà per sempre quel ragazzo di ventisei anni che consumava le suole delle scarpe per trovare notizie, per raccontare un sistema di ingiustizie che stava divorando Torre Annunziata, dove lavorava come corrispondente.

“Il giornalista scalzo”, come lo definisce lo scrittore Erri De Luca, aveva pubblicato da precario oltre 300 articoli, raccontando il perverso intreccio tra malavita e politica, il degrado dei vicoli abbandonati e dimenticati dalle istituzioni, scrivendo nomi e cognomi dei corrotti, dei camorristi, senza paura, raccontando le faide e le alleanze, convinto che l’unico modo per sconfiggere la camorra e la mafia era usare la verità dell’informazione.

Quattro giorni prima del suo omicidio, aveva festeggiato il suo compleanno brindando alla notizia che non sarebbe stato più un precario: il direttore del suo giornale aveva già pronta la lettera della sua assunzione.

Marco Risi nel film Fortapàsc lo ha immortalato come “il giornalista giornalista”, ovvero il modello di cronista da emulare per quelli che aspirano a questa professione. Nella sala Ocera, dove si riunisce il consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti, c’è la sua foto, con quelle di altri colleghi che fino alla fine hanno sempre onorato la professione, pagando con la vita.

All’iniziativa erano presenti il fratello di Giancarlo, Paolo Siani, il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli con la Segretaria Paola Spadari, il presidente della FNSI Vittorio di Trapani con il segretario aggiunto Domenico Affinito e Claudio Silvestri,  Ottavio Lucarelli presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania; presente anche Pietro Perone giornalista del Mattino autore di un libro che uscirà a breve

Consegnare la memoria è questo uno dei compiti dell’Ordine, ha affermato Paola Spadari che ha coordinato la discussione, “abbiamo ancora tanto lavoro da fare per supportare tanti colleghi che non dobbiamo lasciare soli, come invece accadde per  Siani”.

“Giancarlo era un ragazzo normale che aveva il sogno di fare il giornalista – dice il fratello Paolo – e di poterlo continuare a fare. La camorra non uccide i giornalisti ma la mafia si. Dopo 40 anni abbiamo messo nella sede dell’Ordine della Campania una sua foto, oggi siamo qui e per tutto quest’anno ricorderemo il lavoro di Giancarlo, usciranno di nuovo i suoi articoli sul mattino, libri su di lui e i ricordi dell’attore Alessandro Siani, che in realtà si chiama Esposito e che ha scelto di chiamarsi così per non farlo dimenticare.”

“Non è la prima volta che celebriamo la memoria di un giornalista caduto per difendere il suo mestiere – ha affermato  Carlo Bartoli – La foto di Giancarlo, in questa sala che è il cuore istituzionale dei giornalisti, è accanto a quella di Walter Tobagi di cui giorni fa abbiamo ricordato i 45 anni dell’uccisione. Ribadiamo sempre ‘il dovere della verità’, ma anche il rigore della normalità di raccontare le cose come stanno. Appena sono stato eletto nel 2021 la prima visita ufficiale è stata alla sede di Ordine di Napoli e il presidente mi ha regalato gli scritti di Siani. Quella mehari, la sua auto, è un simbolo di libertà come è il volto fresco del giovane Giancarlo.”

“Mi sono appassionato alla vicenda di Giancarlo – ha sottolineato Domenico Affinito -epopea di eroe moderno pur non volendolo essere. Ha rappresentato la straordinarietà del bene. Ha dimostrato come con il giornalismo si possa rispettare la verità dei fatti e come il suo giornalismo sia ancora tanto attuale oggi.”

La discussione è proseguita con il napoletano Claudio Silvestri: “mi trovo spesso a parlare di Giancarlo nelle scuole e in tanti eventi e incontri. Senza l’impegno di Paolo oggi la memoria di Giancarlo non sarebbe così forte. Lui ha combattuto in anni in cui l’Ordine dei giornalisti non c’era.  Questa giornata è dedicata a Giancarlo, ma anche a tutti quei giornalisti che rischiano sulla propria pelle per amore della verità.”

Per Ottavio Lucarelli “Questo incontro non è piccola cosa,  a San Giorgio a Cremano vicino Napoli c’è una bellissima villa vesuviana, Villa Bruna, che ospita oggi la mehari di Giancarlo. Questa straordinaria famiglia della legalità continua a portare avanti il suo messaggio che è rivolto soprattutto ai giovani.”

Pietro Perone, giornalista Il Mattino,  parte dai ricordi personali: “sono stato assunto al Mattino dopo che Giancarlo fu ucciso. Di anniversari ne abbiamo fatti tanti. Giancarlo è stato ucciso perché fu lasciato solo da una categoria che lo aveva abbandonato. Negli anni, subito dopo  la sua uccisione, Il Mattino si era dimenticato anche di ricordare gli anniversari. Erano gli anni in cui nel principale quotidiano di Napoli si entrava solo con le raccomandazioni. Giancarlo invece, era un precario, abusivo, ed è stato ucciso perché voleva essere la normalità: raccontare i fatti e metterli insieme.”

Chiude l’evento il presidente della FNSI Vittorio di Trapani. “Organizzare questi momenti è un richiamo a ricordare perché abbiamo scelto di fare questo lavoro. Queste sono occasioni di impegno perché altrimenti non avrebbero senso, un impegno per proseguire il percorso di quella persona la cui vita è stata spezzata. E’ necessario riflettere e agire per impedire che vicende come quelle non si ripetano più. Se dopo 40 anni ne parliamo ancora è perché quella vicenda è ancora di grande attualità, in tutte le sue sfaccettature: il numero dei giornalisti sotto scorta oggi è aumentato a 26. Così come il precariato di oggi è peggio di ieri. Temi su cui il sindacato, l’Ordine e le associazioni di giornalisti devono continuare ad  impegnarsi.”

Ordine dei Giornalisti


“Giancarlo Siani, il coraggio della verità”. Un evento per ricordarlo nel quarantesimo della sua uccisione

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