NEWS

Il diritto alla giustizia

Vittorio Barosio e Gian Carlo Caselli il . Costituzione, Diritti, Giustizia, Istituzioni, Politica

La “ragion di Stato”. È dietro a questa che si trincerano Meloni e i suoi colleghi sovranisti di fronte all’accusa di aver lasciato libero un soggetto arrestato perché la Corte penale internazionale (Cpi) lo ha ritenuto responsabile di gravissimi crimini contro l’umanità. Si pongono allora, uno di fronte all’altro, due princìpi e due valori. Da un lato – appunto – la ragion di Stato. Ma dall’altro lato il valore etico-morale di non lasciare in libertà e di assicurare alla giustizia un simile delinquente perché possa essere punito. Quale dei due valori prevale? Ce n’è uno che possa porre totalmente nel nulla l’altro oppure occorre valutare caso per caso?

Lo Stato dell’Ottocento, in cui non c’era una Costituzione superiore alla legge ordinaria, era uno Stato “sovrano”, in cui il re ed il governo potevano agire in modo sostanzialmente libero (si pensi, per noi, allo Statuto albertino). Ma oggi il nostro Stato è invece uno Stato “costituzionale”. L’art. 1 della nostra Costituzione stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Questo significa che la Costituzione è sovrana e che si impone anche sulla politica e sui “governanti” eletti dal popolo. E che cosa ci dice la Costituzione per la vicenda Almasri? L’art. 2 “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. L’art. 3 tutela come diritto fondamentale la “dignità” della persona (di ogni persona, anche straniera). Nella “dignità” è compreso – come ha già riconosciuto la Corte costituzionale proprio in un caso relativo a crimini di guerra e contro l’umanità – il diritto di potersi sempre rivolgere a un giudice.

Di qui in particolare il diritto inviolabile delle vittime di gravi crimini di guerra di vedere perseguiti i responsabili delle atrocità che essi hanno subìto; e in generale il diritto alla giustizia. Il principio giuridico che impone di consegnare alla giustizia i responsabili di crimini contro l’umanità rappresenta dunque, nel nostro ordinamento, un valore etico-morale garantito anche dalla Costituzione.

Non vogliamo – peraltro – togliere ogni valore alla ragion di Stato, che rappresenta anch’essa, certamente, un elemento di importanza costituzionale, intrinseco nel concetto stesso di Stato. Pensiamo solo che, ogni qualvolta essa venga in gioco, non le si possa attribuire automaticamente una forza tale da porre nel nulla ogni altro valore, persino quelli etici di assoluta rilevanza costituzionale. La Suprema Corte insegna da tempo che nessun principio è “tiranno” e di per sé superiore a tutti gli altri.

Pensiamo che si debba invece effettuare con la massima attenzione un bilanciamento fra i due valori fondamentali che si contrappongono, e solo dopo decidere quale debba prevalere e quale vada sacrificato. Su un valore fondamentale come il diritto di chiedere e di ottenere giustizia non si può certo transigere a cuor leggero.

Per tornare alla vicenda Almasri, non sembra proprio che il governo abbia effettuato questo bilanciamento. Anche perché il ricorso alla ragion di Stato si intuisce chiaramente, ma non è stato ancora del tutto esplicitato, a fronte delle molte altre variegate giustificazioni fornite. E nessuno ha ancora spiegato all’opinione pubblica quale interesse nazionale, e di quale “peso”, sia ravvisabile per invocare la “ragion di Stato”.

A parte tutto ciò, va comunque segnalato con preoccupazione il rifiuto dell’Italia di sottoscrivere una dichiarazione di sostegno alla Cpi, colpita con pesanti sanzioni da un provvedimento di Donald Trump del 6 febbraio.

Fonte: La Stampa

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link