La nostra bandiera dai colori sbiaditi
Ci sono due immagini in questi giorni che mi spingono riflettere su ciò che sta accadendo nel nostro paese.
La prima è un aereo del nostro governo fermo sulla pista dell’aeroporto di Tripoli in Libia.
Si vede chiaramente, nei pressi della scaletta dalla quale scende Osama Njieem Almasri, il nostro tricolore, mentre questo signore, ricercato per crimini contro l’umanità da parte della Corte Penale Internazionale, scarcerato dopo essere stato arrestato in Italia, viene osannato dai suoi seguaci, che arrivano anche a sbeffeggiare il nostro paese.
L’altra immagine è di queste ore; è l’arrivo in Albania della nave dell’esercito italiano Cassiopea che ha accompagnato presso il centro voluto dal governo Meloni 49 migranti provenienti dai cosiddetti paesi sicuri (Egitto, Bangladesh, oltre al Gambia e Costa D’Avorio, recentemente considerati sicuri con un nuovo provvedimento governativo).
Persone molto probabilmente partite da quella stessa Libia con la speranza di potersi costruire una nuova vita, dopo un viaggio lungo migliaia di chilometri.
Chissà, magari nel loro soggiorno in Libia sono finiti sotto le grinfie di quel signore che abbiamo riaccompagnato pochi giorni fa, subendo torture, angherie, soprusi, come è successo ai migranti che in questi giorni hanno avuto il coraggio di parlare.
Forti con i deboli, deboli con i forti.
Questo è il pensiero che risalta guardando quelle bandiere che rappresentano il nostro paese sia su quell’areo, sia su quella nave.
In entrambe le immagini sventola la nostra bandiera, simbolo della nostra patria, dei suoi valori costituzionali, un paese che in entrambi i casi per me è stato tradito da questo governo.
In poco più di una settimana il nostro governo è riuscito nella non facile impresa di dimostrare al mondo come la giustizia si possa forzare per scopi politici, anche se si vive in uno stato di diritto.
Così ci troviamo stretti tra due sponde di illegalità che risaltano ancora più nel volo di quell’aereo e nel solcare il mare di quella nave.
Un cielo e un mare di tristezza.
Molti di noi pensano oggi di essere più forti, di vivere in un paese maggiormente rispettato.
Io credo, invece, che stiamo, giorno dopo giorno, diventando un paese più povero, più debole, una democrazia sempre più incompiuta.
In qualche modo abbiamo reso opachi i colori di quella bandiera che è collocata su quell’aereo e su quella nave.
Un aereo che nel primo caso, riaccompagna a casa un ricercato per crimini contro l’umanità, impedendo alla Corte Internazionale Penale di svolgere un legittimo processo.
Una nave che nel secondo caso, ha impedito a povere persone di toccare il suolo del nostro paese, dimostrando la nostra incapacità di gestire un fenomeno che non sarà fermato da scelte che violano la libertà e i diritti fondamentali delle persone.
Lo dimostrano gli oltre 3.000 sbarchi di questi ultimi giorni.
Rendere meno forti i diritti delle persone, il senso della giustizia, può portare vantaggi immediati, ma dimostra la debolezza di un paese che sgretola lentamente le fondamenta su cui si basa la nostra convivenza civile.
Io credo che il nostro paese oggi, anche guardando queste immagini che ci danno una rappresentazione di ciò che stiamo diventando, sia più povero di valori, la nostra sia una bandiera dai colori più sbiaditi, la nostra una patria fatta di tanta retorica e di scelte e fatti che ci rendono più soli.
Una bandiera i cui colori non brillano più…
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