Caso Almasri, piano Mattei e lo spritz del ministro
Il “piano Mattei” si propone lo sviluppo sociale ed economico degli Stati del continente africano e la prevenzione dell’immigrazione irregolare. Di fatto sembra per ora solo un contenitore di buone intenzioni.
Ma il contesto pare muoversi col caso di Majeem Osama Almastri Koabisk, il comandante libico responsabile di gravissimi delitti che la Corte penale internazionale dell’Aja ha sanzionato con un mandato d’arresto, eseguito dalla Digos di Torino, poi annullato per un controverso “errore procedurale” dalla Corte d’appello di Roma e fatto rientrare immediatamente a Tripoli con un aereo italiano di Stato.
La mia ipotesi è che il governo Meloni abbia usato il caso per affermare in modo forte che ogni straniero con problemi giudiziari deve essere riportato a casa sua senza se e senza ma.
Ottenendo nel contempo (questo è certo), con una discutibile gestione del presunto errore procedurale, di impedire un esodo di migranti irregolari dalla Libia all’Italia come ritorsione per la mancata liberazione di Almastri . Il quale proprio di “poveri cristi” che avrebbero voluto migrare in Italia si occupa nel carcere di Mitiga, a colpi di torture e altre gravi violazioni di diritti umani.
Il tutto, da parte del governo Meloni, con una esibizione muscolare senza fronzoli, anche nei confronti dell’Europa, offrendo ai governi africani l’immagine di un interlocutore affidabile contro chiunque nello sperato sviluppo del piano Mattei.
Se la mia tesi apparisse più suggestiva che altro, potrei dire che ho avuto un cattivo maestro nel ministro Nordio, che in Parlamento ha descritto, come prassi diffusa e condivisa dalle procure della Repubblica, la “clonazione” di fascicoli e il ricorso a indagini occulte ed eterne con conseguenti disastri finanziari.
Senza tener conto del fatto che vari Pm rischiano anche la vita, mentre Nordio semmai rischia qualche spritz.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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