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I morti sul lavoro nell’intero 2024

Carlo Soricelli * il . Costituzione, Diritti, Economia, Lavoro, Politica

L’Osservatorio nazionale Morti sul lavoro è il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione (morti in nero) o che ne hanno una diversa da INAIL. Attivo dal 1° gennaio 2008. Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie.

I dati sono classificati per ciascuna Provincia e Regione italiana, con i morti in riferimento al numero di abitanti, così come fa Eurostat che esclude dalla “conta” anche i morti in itinere per non creare confusione. L’Osservatorio li monitora a parte, anche perché richiedono interventi diversi, che non possono essere addebitati alla professione o alle aziende in cui lavora la vittima, così come fa INAIL e chi “copia” la sua raccolta dati, inventandosi formule “magiche” che non hanno nessun valore statistico. In questa terribile conta ci sono anche i morti in nero o che hanno assicurazioni diverse da INAIL.

Registriamo un aumento dei morti sui luoghi di lavoro del 6,7% rispetto al 2023. Per la prima volta dopo 17 anni di monitoraggio si sono superati i 1000 morti sui luoghi di lavoro, che con l’itinere diventano 1482, ma la conta dei morti in itinere potrebbe essere ancora più alta per la ragione che spesso vengono diffusi in ritardo.

La Regione che ha avuto il peggior risultato è il Trentino Alto Adige in rapporto al numero di abitanti, la migliore il Lazio che vede Roma con un terziario avanzato e i Ministeri.

Le donne pagano un prezzo elevatissimo sulle strade. Per mancanza di un orario flessibile in entrata e in uscita nel privato, spesso lontano da casa, sono costrette a correre perché si sobbarcano spesso anche il carico familiare: figli, genitori ecc.

Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sotto i 60 anni sono già il 30% di tutti i morti. In allegato le nazionalità delle vittime.

 Incredibile la strage di anziani che muoiono lavorando: sono oltre il 30% degli ultrasessantenni e di questi sempre sui luoghi di lavoro 157 hanno addirittura più di 70 anni. E’ davvero incredibile non fare nessuna distinzione sull’età per andare in pensione tra chi svolge un lavoro pericoloso e chi no: con l’età elevata si hanno riflessi poco pronti, udito e vista deficitarie, così come acciacchi di ogni genere.

La categoria degli autotrasportatori ha praticamente raddoppiato i morti: per incidenti e per fatica: in tanti vengono trovati morti con la testa sul volante o coi camion fermi nelle aree di sosta, la stanchezza e la fretta provocano spesso tanti morti anche tra chi viene coinvolto con altri mezzi.

Anche quest’anno sono morti 143 agricoltori schiacciati dal trattore: in questi 17 anni sono stati quasi 3000.

Sono le solite categorie ad avere lo stesso numero di morti da 17 anni, in ordine decrescente: agricoltura, edilizia, autotrasporto (tutte le categorie di appartenenza), artigianato, infortuni domestici,  industria.

Pochissimi i morti nelle aziende sindacalizzate, questo per far comprendere l’importanza del Sindacato sulla Sicurezza, i pochi morti sono lavoratori in appalto e non dipendenti diretti: il lavoro precario uccide tanti lavoratori che non possono rifiutarsi di svolgere un lavoro pericoloso, pena il licenziamento, questo soprattutto nelle piccole e piccolissime aziende, dove non c’è nessuna sicurezza; lo si vede anche dai piccoli imprenditori, spesso senza dipendenti che muoiono numerosi, e questo la dice lunga sulla mancanza della cultura della sicurezza che occorrerebbe insegnare nelle scuole, soprattutto in chi si sta diplomando e anche laureando e si avvia al lavoro.

Che dire?  Speriamo in un 2025 migliore, ma sono già più di 11 i morti in questi primi giorni del 2025.

Nell’occasione vi invito a visitare la mia mostra “Morti sul lavoro” presso la Fondazione Carisbo di Via Farini, con opere su queste tragedie che tratto fin dal 1980. Tra queste il “muro delle farfalle bianche” con le foto di 300 lavoratori morti sul lavoro recentemente.


MORTI SUL LAVORO NEL 2024

Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 1.056 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1.482 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero.

N. B. I morti in itinere vengono aggiornati ogni mese mentre i morti sui luoghi di lavoro ogni giorno. I morti sono segnalati nelle Regioni dove c’è stata la tragedia e non in quella di residenza.

LOMBARDIA 201 totali – 134 sui luoghi di lavoro

CAMPANIA 156 totali – 97 sui luoghi di lavoro

VENETO 135 totali – 81 sui luoghi di lavoro

EMILIA ROMAGNA 133 totali – 76 sui luoghi di lavoro

SICILIA 122 totali – 71 sui  luoghi di lavoro

TOSCANA 121 totali – 76 sui luoghi di lavoro

LAZIO 155 totali – 72 sui luoghi di lavoro

PIEMONTE 92 totali – 54 sui luoghi di lavoro

PUGLIA 93 totali – 60 sui luoghi di lavoro

TRENTINO ALTO ADIGE 55 totali – 37 sui luoghi di lavoro

ABRUZZO 55 totali – 37 sui luoghi di lavoro

SARDEGNA 52 totali – 36 sui luoghi di  lavoro

MARCHE 50 totali – 31 sui luoghi di lavoro

CALABRIA 33 totali – 24 sui luoghi di lavoro

FRIULI VENEZIA GIULIA 34 totali – 22 sui luoghi di lavoro

LIGURIA 35 totali – 23 sui luoghi di lavoro

UMBRIA 22 totali -14 sui luoghi di lavoro

BASILICATA 25 totali – 17 sui luoghi di lavoro

MOLISE 11 totali – 6 sui luoghi di lavoro

VALLE D’AOSTA 6 totali – 5 sui luoghi di lavoro

Le Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti.

142 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167. 152 gli autotrasportatori e autotrasportatrici morti. 115 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023. 115 i morti in infortuni domestici.

Sui luoghi di lavoro quest’anno oltre il 30% sono ultrasessantenni, in pochi anni saranno la maggioranza. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 30%

Nel 2024 ci sono state 14 stragi di lavoratori con 52 morti, 6 di queste per infortuni domestici, di cui, anche in questo caso nessuno parla.

* Curatore dell’Osservatorio nazionale Morti sul lavoro

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