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L’eredità di una voce veramente libera contro ambiguità e connivenze

Cestrim, Coop. Adan, Articolo 21, Libera Basilicata il . Associazioni, Basilicata, Brevi, Cultura, Diritti, Istituzioni, Mafie, Memoria, Politica

Se Cosa nostra non lo avesse ucciso, lo scorso 5 gennaio in occasione del suo compleanno avremmo ancora una volta chiesto a Peppino Impastato di dirci come si fa giornalismo mettendoci la faccia senza nascondersi dietro pseudonimi, motivo per cui invece fu ammazzato; e come si fa politica senza ambiguità e nella coerenza di chi per essere riconosciuto non deve sentirsi in dovere di partecipare a galà e festini  nascondendosi dietro l’alibi del dovere della mediazione e della giustificazione istituzionale.

Ai tempi in cui nella città di Potenza assistiamo ad avvicinamenti poco chiari tra mondi affaristici e pezzi di politica e accostamenti molto azzardati tra visioni completamente opposte di fare informazione, e per nulla attratti dalla gara a chi affidare il primato dell’etere in Italia, noi vogliamo ricordare Peppino con le sue parole: “La mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente”.

Siamo certi che sulla frequenza 98.000 Mhz, da dove trasmetteva Onda Pazza, Peppino ci avrebbe messo in guardia sulle sorti che certi atteggiamenti potrebbero riservarci, se anche il partito del sindaco prende le distanze da certi provvedimenti.

Nota congiunta Cestrim, Coop. Adan, Articolo 21 Libera Basilicata

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Libera Basilicata e Casa Memoria: “Basta accostamenti impropri al nome di Peppino Impastato”

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