Le briciole di Gianni
Gli operatori di pace devono conservare un passo leggero. Non devono marciare con gli anfibi grevi dei soldati né volare sulle vicende umane come filosofi greci dell’atarassia, imperturbabili e impermeabili.
Non possono lasciarsi piegare dagli orrori che contrastano né inquinare le relazioni col veleno sottile della morte in tutte le sue forme mutevoli. Gli operatori di pace non dimenticano il sorriso sull’uscio di casa né quando vi entrano né quando escono.
Lo dico pensando a Gianni Novelli di cui in questi giorni ricorre l’anniversario della Pasqua. Quante briciole di pane ha lasciato per segnare il sentiero!
Mi chiedo come avrebbe vissuto quest’ora caliginosa in cui la guerra si impone prepotente e la politica arretra pavida e corrotta. Forse avrebbe semplicemente sussurrato ancora nell’orecchio del mondo e degli amici “nonviolenza”. Non come l’antidoto sicuro come un porto in una traversata nella tempesta ma come luce – incerta ma giusta – a indicare la via.
Grazie delle tue briciole, testimone del cantiere della pace sempre in costruzione.
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