Noi, la politica
Ormai non c’è più la politica ma una specie di buffo film di Pierino, però ci siamo ancora noi cittadini. Siamo meno di prima – quelli che vanno a votare, che credono nella repubblica e la legge – però siamo sempre la minoranza più forte, decisiva.
Non è la prima volta, in Italia: da noi la distanza fra “duce duce” e “piazzale Loreto” non è mai stata troppa e un istinto stranissimo evita a questo buffo popolo, all’ultimo momento o anche dopo, di finire nella merda definitiva. Ciò da duemila anni: il nostro è davvero un film da batticuore.
E come va a finire, stavolta? Boh. Mafia, fascio, inflazione, denari in fuga, fabbriche sparite: non fossimo italiani, saremmo proprio nei guai. Cioè, siamo nei guai, guai seri e vicini: l’autista è ubriaco e quanto al controllore ha altri pensieri.
Se fossero affari nostri, dovremmo pensarci noi: abolire la mafia, riprenderci i soldi nostri, piantarla con questi duci ridicoli e rifare uno stato. Noi italiani semplici, noi gente di strada. La società civile, si diceva una volta, il sessantotto, il popolo, non gli spettatori.
Ma siamo ancora abbastanza, siamo abbastanza giovani, abbastanza cittadini? Tu, sono affari tuoi o sulla corriera pazza, tranquillo a occhi chiusi, vuoi restarci anche tu?
Foglio dei Siciliani gennaio 2023
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