Criminalità: la politica si dia una mossa
Il tema della sicurezza pubblica è la precondizione per lo sviluppo dei territori e averlo per lungo tempo messo in secondo piano ha portato alla situazione odierna di criminalità diffusa e di sostanziale incontrollabilità in molte città.
I Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni hanno gravissime responsabilità sul punto (una legislazione penal-processUale inadeguata, carceri insufficienti) e non possono che lasciare sgomenti le ultime dichiarazioni rese a Trento, alcuni giorni fa, in campagna elettorale, da Molteni, sottosegretario agli Interni che ha ricordato come “entro il 2030 andranno in pensione 40.000 agenti della Polizia di Stato sui 100.000 attuali”. “Servirebbe un piano Marshall per gli arruolamenti”, ha aggiunto Molteni, e magari ci saremmo aspettati un impegno diverso del Governo dimissionario per fronteggiare tale penosa situazione che è sotto gli occhi di tutti.
Una situazione che non può essere certo risolta con il ripristino dei “decreti sicurezza” di salviniana memoria né, tantomeno, facendo riferimento al tema degli sbarchi dei migranti sulle nostre coste etnicizzando così la devianza e invocando, per il controllo dell’immigrazione, il “blocco navale” in mare, una soluzione impraticabile, ridicola.
Il vero punto dolente sono i delitti in aumento, la violenza che spesso li caratterizza, i furti e le rapine nelle abitazioni, le truffe agli anziani, gli scippi, le aggressioni in strada con l’uso di coltelli.
E su quest’ultimo punto, in particolare, non si può che restare sgomenti innanzi ai tanti fatti che si sono verificati, per esempio, nel periodo giugno-agosto, quando, sono riuscito ad annotarne (dalla rassegna stampa locale sul sito della Polizia di Stato) circa ottocento in tutto il territorio nazionale; gli ultimissimi a Tor Bella Monaca (Roma) con una donna rapinata da un malvivente armato di coltello; a Venezia con una donna accoltellata in strada dal suo ex compagno (molti gli episodi di questo genere nel corso del 2022); ad Imperia con una rissa con coltelli tra stranieri.
Il coltello, dunque, sembra l’arma privilegiata per compiere rapine, nelle risse, in occasioni di banali liti per la viabilità, nei conflitti per lo spaccio di stupefacenti.
Fatto sta che le lesioni dolose (16.531 denunciate nel 2021) sono aumentate nel coso di quest’anno per superare le 8mila nei primi sei mesi (dati provvisori e ufficiosi). Ma ci sono tanti episodi anche più gravi come quello accaduto a Padova di due anziani picchiati e rapinati in casa o la serie impressionante di rapine furti, a Genova, nei confronti di ragazzini e anziani; i colpi di pistola per intimidire contro una pizzeria all’Arenella (Napoli); l’omicidio di un pregiudicato assassinato in un parcheggio a Foggia (episodio cui è seguita una dura presa di posizione del presidente della Regione).
Si torna, così, a parlare di ronde (a Roma), di più telecamere per la sorveglianza cittadina mentre il vero problema sono le ridotte risorse umane delle forze di polizia destinate ai servizi di controllo del territorio.
Una situazione destinata a peggiorare con l’aggravamento della crisi economica e sociale che caratterizzerà i prossimi mesi, in attesa che la politica si dia una mossa.
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